SERVIZI DI VIGILANZA: i nostri risultati

------------------------------------------------

RIFIUTI DERUTA
NON OCCORRONO LEGGI, ...MA CONTROLLI!

Dopo la pioggia di sanzioni dello scorso anno, relativamente al comportamento scorretto di alcuni cittadini del Comune di Deruta circa il conferimento “allegro” dei rifiuti nei cassonetti condominiali, ma anche di diversi esercizi commerciali, a distanza di circa una anno, la situazione è totalmente mutata.
Lo stesso monitoraggio è stato quindi ripetuto, per lo stesso periodo e nei medesimi punti di controllo e ha dato gli effetti sperati.
Nessuna sanzione elevata, evidentemente la mancanza di efficaci controlli aveva portato ad una situazione di sostanziale anarchia.
Ma procediamo per ordine, lo scorso anno il Comune di Deruta richiede la collaborazione delle Guardie del WWF per monitorare il territorio, sia per quanto riguarda la discariche abusive, l’abbandono incontrollato di rifiuti, il conferimento degli stessi in maniera differenziata nei cassonetti, totalmente anarchico.
Situazione ampiamente diffusa e condivisa con quasi tutti i comuni Umbri ed italiani, ed infatti il primo problema della raccolta differenziata, oltre le quantità minime previste dalla Legge, …è la qualità del rifiuto raccolto in maniera corretta.
Le Guardie WWF, coordinandosi con il Comando della Polizia Locale, posizionano alcune foto-trappole nei punti caldi, segnalati e conosciuti, effettuano alcuni controlli a campione, monitorano il territorio comunale e dopo alcune settimane, ecco che non tardano i primi risultati: 30 sono le violazioni accertate in pochi giorni, altrettante le notifiche di contestazione e pagamento giunte nelle mani di privati cittadini, commercianti e amministratori di condominio.
A distanza di un anno quindi, le Guardie del WWF hanno ripetuto volutamente lo stesso modello di controllo sulle medesime utenze (privati cittadini, commercianti e amministratori di condominio),
IL RISULTATO È DAVVERO STRABILIANTE: nessuna non conformità rilevata, quindi nessuna sanzione elevata (fatta eccezione per un singolo caso, non sanzionato, a motivo del cassonetto rotto e aperto).
Si è quindi scoperto, quello che già si sapeva, nessuna Legge, Decreto, Regolamento è efficace e non produce effetti, senza un controllo puntuale, efficiente e ripetuto del territorio.
Non occorrono quindi ulteriori Leggi, …ma maggiori controlli e risorse umane!!!

Deruta, Comune felice quindi?

Certo che no, ha sicuramente intrapreso ed avviato, differentemente e prima di altri, un corretto approccio volto all’efficienza in tema di rifiuti, ma ovviamente, oltre alle luci, ci sono anche larghe zone d’ombra che riguardano cospicue percentuali di utenze domestiche.
Dette utenze, come suggerisce il WWF, dovrebbero ora essere ricontrattate con il gestore dei rifiuti, che è bene ricordare il Comune paga e a fronte di tale pagamento, il Comune dovrebbe chiedere una serie di modifiche del capitolato d’appalto, come evidenziato in con apposita relazione, al fine di rendere omogenea la qualità della raccolta differenziata, estendendola all’intero territorio comunale.

Deruta, rifiuti e raccolta differenziata di qualità, …un buon inizio!

-----------------------------------------

31 Gennaio 2020, la caccia si chiude in Italia, lasciando dietro di sè una scia di sangue: 24* morti e 58* feriti. (*fonte: A.V.C. Associazione Vittime della Caccia).

L’Umbria in questo caso ha ben contribuito, pagando il suo tributo di vittime.
La caccia è diventata oggi ancora più pericolosa in Umbria, a motivo del fatto che la stragrande maggioranza dei cacciatori si dedica alla caccia al cinghiale.
Una caccia invasiva, truculenta e aggressiva, che vede un largo impiego delle micidiali carabine tipo guerra, il cui volume di fuoco spropositato, consente al proiettile esploso, di vagare in linea d’aria anche per oltre *3 Km (*fonte: pagina Web, sezione balistica, della Beretta Armi).
Ecco in larga parte spiegato l’aumento esponenziale di morti e feriti, che hanno poco scampo, se colpiti da questo tipo di munizioni.
Se poi aggiungiamo che la popolazione dei cacciatori italiani, va progressivamente invecchiando, tanto da contare ben oltre il 60% di anziani ultra 65enni.
I malfermi “nonnini” quindi, con la vista e i riflessi appannati, l’udito non più perfetto sono passati dallo “schioppo avancarica” di qualche decennio fa, ai micidiali fucili di precisione, con ottiche avveniristiche che leggono velocità del vento e "correggono" la traiettoria, in uso ai migliori killer e cecchini dei telefilm americani, senza aver mai frequentato corsi di aggiornamento con lezioni di balistica, di legislazione venatoria relativamente alle precauzioni e divieti in uso localmente.
Molti di questi 70enni, sono stati “traghettati” nella nuova Legge, senza aver mai sostenuto un esame di abilitazione alla caccia.
Negli anni 60-70 infatti, era sufficiente aver pagato la tassa di concessione per diventare cacciatori.
Le Guardie del WWF che da sempre effettuano i controlli sulla materia venatoria, anche quest’anno sono stati subissati da richieste e segnalazioni da parte di cittadini, ma anche da parte degli stessi cacciatori e le verifiche effettuate nella stagione venatoria appena trascorsa, restituiscono numeri da brividi.
Le 7 Guardie del WWF Perugia, operative sulla Provincia hanno rilevato ben 112 violazioni, sia amministrative che penali, hanno effettuato 66 sequestri (tutti convalidati), per un importo di 15.000 euro circa.
290 le persone controllate nei 110 servizi svolti, risultando quindi una media d’infrazione e di violazione di oltre il 30%, in crescita esponenziale.
La prima violazione commessa dai cacciatori in ordine numerico, è senz’altro il mancato rispetto delle distanze di rispetto e di sicurezza da strade, case, luoghi di lavoro, ferrovie ed altre vie di comunicazione, poi c’è la mancata annotazione dei capi abbattuti, della marcatura della giornata di caccia, ed anche abbattimenti di fauna protetta, non mancano gli appostamenti abusivi, il porto abusivo d’armi, la mancata custodia e abbandono dei fucili, la modifica delle armi, per arrivare anche alla calunnia nei confronti dei Pubblici Ufficiali operanti, resistenza e minaccia a mano armata, che nei casi denunciati dalla Guardie WWF, hanno visto l’immediata sospensione revoca del porto d’armi e il ritiro cautelare di tutte le armi detenute.
La migliore efficacia ed efficienza delle Guardie WWF, è dovuta alle migliori dotazioni tecnologiche (giunte grazie alle generose donazioni di soci e simpatizzanti), che hanno visto largo uso di droni per l’individuazione delle “poste di caccia” troppo vicino ad abitazioni o strade, termocamere ad infrarossi per il rinvenimento e/o occultamento della fauna abbattuta, body cam per documentare le azioni di caccia illecite e potenti teleobbiettivi per cristallizzare anche da 700 mt. di distanza, le azioni scorrette.
L’ultimo utilizzo del drone del WWF, in ordine di tempo, ha consentito nel giro di 2 giorni di individuare e sanzionare 9 cacciatori che cacciavano “allegramente” direttamente sopra la strada carrozzabile, ignari di essere osservati a distanza, poi le Guardie a terra hanno ovviamente fatto la differenza. Terminata la stagione venatoria con questi primi test d’efficienza effettuati, ora tali dotazioni saranno utilizzate in tema di tutela del paesaggio, alla ricerca di discariche abusive, estrazioni e cave illegali, edificazioni difformi e manomissioni del territorio.

Sauro Presenzini
Coordinatore Regionale
Guardie Giurate WWF Umbria

------------------------------

LE UNITA' CINOFILE ANTIVELENO DELLE GUARDIE GIURATE WWF ITALIA .

I Nuclei di Siena, Perugia e Terni, hanno provveduto ieri mattina alla bonifica di circa 10 ettari di terreno, ove erano state in precedenza segnalate la presenza di esche avvelenate.

Il Sindaco di S. Gemini, aveva emesso apposita ordinanza cautelativa.

Le unità cinofile specializzate in ricerca di esche avvelenate, armi ed esplosivi, giunte dal Nucleo di Siena, assieme alle Guardie di Perugia e Terni, hanno provveduto alla bonifica di circa 10 ettari di terreno agricolo cespugliato.

-------------------------------------

----------------------------------------

----------------------------------------------

------------------------------------------------

gennaio 2019

IL WWF CHIEDE I DANNI ALLA REGIONE. DENUNCIA ALLA CORTE DEI CONTI CON RICHIESTA DI SEQUESTRO DEI TESSERINI VENATORI IN CONSEGUENZA DELLA PREAPERTURA ILLEGITTIMA.

Il TAR Umbria riconosce e certifica, l’assenza di una valida pianificazione faunistica e la conseguente illegittimità delle aperture anticipate alle singole specie.
Questo significa, che in assenza di un piano faunistico credibile ed aggiornato, la prossima stagione venatoria non potrà che essere avviata solo alla terza domenica di settembre.
Lo stop del TAR Umbria e del Consiglio di Stato ad OGGI, ha consentito di salvare oltre 2000 caprioli dal piombo delle doppiette umbre. 
Ora si tratta di capire se dette gravi e macroscopiche violazioni, potranno che essere imputate alle scelte politiche e dirigenziali della Cecchini e dei responsabili del procedimento istruttorio.
Il TAR non ha accolto le ulteriori censure del WWF in ordine ad altri aspetti minori, ma accogliendo appunto il motivo fondante del ricorso, ovvero l’inadeguatezza e l’assenza di piani faunistici, ormai scaduti nel 2014, tutto quello che è accaduto in violazione del diritto, dietro il ricorso degli ambientalisti, non può che essere imputato alla leggerezza istituzionale della Regione, che sembrerebbe quindi aver autorizzato illegittimamente le date dell’apertura anticipata a alzavola, marzaiola, germano reale, tortora, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza.
Migliaia di animali selvatici morti “illegittimamente”, per i quali ora il WWF chiederà alla Corte dei Conti di quantificare il danno erariale patito dalla collettività, in ordine agli abbattimenti delle specie elencate, che ora si sa, non potevano essere abbattute. 
Il WWF chiede quindi il sequestro dei tesserini venatori e le schede aggiuntive, per la puntuale quantificazione del danno, relativamente alle singole specie abbattute ed annotate nelle schede stesse.
L’indagine erariale con l’apertura del relativo fascicolo, verrà proposto da WWF Perugia alla Sezione Regionale della Corte dei Conti, affinchè si possa eventualmente imputare la cattiva gestione, l’uso distorto di leggi e regolamenti, provare il dolo e la colpa e la responsabilità oggettiva di quei politici e funzionari che saranno ritenuti responsabili di grave danno d’immagine, d’ efficienza e correttezza e agire della Pubblica amministrazione, i quali venendo meno alle regole di efficienza, prudenza, imparzialità potranno essere valutate come censura nei confronti dei singoli attori.
Il danno alla fauna è provato, il Tar Umbria ha affermato nella sentenza che la preapertura non poteva essere autorizzata per l’inadeguatezza dei piani faunistici ormai scaduti nel 2014, e quindi illegittimamente autorizzata.
Si tratta quindi ora, di quantificare il danno all’immagine della Pubblica amministrazione che ne è derivato e i soldi inutilmente spesi in avvocati bolli, onorari e spese di Giustizia per resistere e insistere nella pretesa di corretta gestione della fauna, cosa clamorosamente smentita e certificata dal Tar Umbria.
Ora le dovute conseguenze.

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

---------------------------------------------------

Gennaio 2019 - WILDUMBRIA E GUARDIE WWF PERUGIA

Quattro volontari WildUmbria impegnati nel recupero di un bellissimo daino bianco. Impigliato con il palco in un'amaca, era stremato per i tentativi di liberarsi. Il salvataggio è andato a buon fine e il 2019 è iniziato alla grande! Grazie a Fiammetta Cotti e alle guardie volontarie WWF per la segnalazione.

-------------------------------------------------------------

Ottobre/novembre 2018

Sequestri, sanzioni, denunce, ritiro di licenze e processi. WWF scatenato, a “caccia” di cacciatori ...scorretti!!!

Monte di Pettino, sopra a Campello sul Clitunno, sparavano all’impazzata. Centinaia di colpi esplosi nel giro di un’ora. Troppi per non destare l’attenzione delle Guardie del WWF, che ormai vecchie del mestiere, hanno capito fin da subito, che si stava facendo una strage di piccoli volatili. Ma come sempre accade, il problema è capire come arrivare sul posto senza farsi vedere. E’ d’uso infatti posizionare da parte dei bracconieri delle “vedette”, per lanciare l’allarme, nel caso di presenza di vetture o persone non conosciute in avvicinamento, i bracconieri sono ormai pronto a tutto pur di abbattere Fringuelli, Fanelli, Cardellini, Pettirossi, Capinere e tutto quanto passa a tiro di fucile.
Seppur un azione di vigilanza non prevista ed improvvisa, al momento, le Guardie del WWF non si sono perse d’animo e dopo una breve consulto, decidono comunque d’intervenire, consapevoli delle difficoltà del caso. Due Guardie salgono il ripido pendio in mezzo al bosco, evitando accuratamente la strada, sicuramente presidiata e vigilata e dopo mezz’ora di marcia a piedi, giungono a ridosso della zona dove i colpi di fucili, incessanti, quasi un fuoco di contraerea, continuano a fare mattanza di tutto quello che vola. Una rapida occhiata alla situazione, individuate le postazioni più vicine presidiate dai novelli Rambo, un consulto via radio con le altre due Guardie che cercavano di chiudere “a tenaglia” la zona e improvviso scatta il blitz, due cacciatori sorpresi a sparare a uccelli protetti cadono nella rete dei controlli, uno però, tenta un gesto disperato, si da alla fuga nonostante l’alt intimato dai Pubblici Ufficiali del WWF, un rocambolesco inseguimento ha consentito al cacciatore/podista di liberarsi degli uccelli abbattuti illecitamente. Peccato che non sia servito a nulla, entrambi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Spoleto per abbattimento di fauna selvatica in concorso tra loro e per il fuggitivo, anche la ulteriore contestazione di abbandono di munizioni. Scontato il sequestro della selvaggina abbattuta 11 fringillidi, dei fucili, la denuncia a piede libero, e la segnalazione alla Questura di Perugia per la sospensione discrezionale del porto d’armi. A quel punto lo scontato fuggi fuggi generale e ben 6 macchine, scendevano dalla montagna precipitosamente, la strada sterrata a bordo di mezzi fuoristrada.
Un altro cacciatore nella stessa giornata a Spello, e’ stato denunciato per abbandono d’arma e delle munizioni a bordo della propria vettura, lasciata incustodita all’interno del Parco del Monte Subasio, comportamento illecito, che integra anche il reato specifico di introduzioni di armi in area protetta. Anche in questo caso scatta il sequestro e la denuncia a piede libero e segnalazione alla Questura.
Ma non è finita qui, le due squadre del WWF, composta da 7 persone hanno consentito di passare al setaccio zone calde come a Protte di Spoleto, S. Eraclio, Colfiorito e Gualdo Cattaneo, ed infatti anche infrazioni di carattere amministrativo sono state rilevate, come la caccia a distanza irregolare dalle strade (13 metri in luogo dei 50 previsti), sequestro del fucile, delle munizioni e sanzione da 206 euro, il cacciatore di turno aveva deciso di fare la posta alla lepre vicino alla strada, l’altro cacciatore non aveva marcato la giornata perché più tardi sarebbe voluto andare anche a fare la battuta al cinghiale, ma le Guardie WWF, non l’hanno permesso, sanzione da 154 euro e giornata segnata come caccia vagante.
Per concludere, due cacciatori precedentemente incappati nelle maglie dei controlli del WWF, sono stati rinviati a Giudizio al Tribunale di Spoleto nel prossimo mese di Maggio 2019, per omessa custodia di armi e munizioni senza le debite cautele. Di più, il Maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Gualdo Cattaneo, come da prassi, ha già provveduto a ritirare il porto d’armi e a sequestrare tutti i fucili dei due cacciatori incappati nei controlli e denunciati dalle Guardie del WWF.

------------------------------------------------------

-----------------------------------------------

ottobre 2018 -

Spoleto, il triangolo bollente della caccia troppo libera, ...ovvero la totale anarchia!!!

Protte, Bazzano Superiore, Uncinano, fanno il pieno d'infrazioni per migliaia di euro.

Numerosi i cacciatori che controllati dalle Guardie del WWF sono poi risultati irregolari e per loro immediata, é scattata la contestazione con l'elevazione di Verbali d'Accertamento e in alcuni casi anche il Sequestro del fucile, con buona pace di chi si é "molto speso" per affermare il contrario, portando avanti una campagna denigratoria, ...finendo per abbaiare alla luna.

Caccia a distanza irregolare dalle strade,
caccia alla lepre con il posizionamento della "posta" direttamente sopra la strada,
mancata annotazione delle prede abbattute, mancato annullamento della fruizione della giornata di caccia, ma anche detenzione di richiami acustici-elettronici vietati.

Quello che é curioso statisticamente rilevare, é che su 10 controlli effettuati, 8 hanno dato esito positivo, giornata di superlavoro per le Guardie WWF, ed infatti sono fioccate quindi le multe per le troppe azioni di caccia illegali rilevate.

La meraviglia dei cacciatori controllati é stata principalmente, quella di apprendere che ancora esistono dei controlli venatori, alcuni di essi, con decine di anni alle spalle di licenza di caccia, dopo quasi 40 anni,
...non era mai stato controllato!!!

Ulteriore dato statistico, é che su 8 sanzioni elevate ad altrettanti cacciatori ben sette di essi curiosamente, sono tutti iscritti alla stessa associazione venatoria, evidentemente troppo libera nell'interpretare Leggi, prassi e nel praticare comportamenti poco prudenti e rispettosi della sicurezza altrui.

-------------------------------------------------------

ottobre 2018

WWF parte civile nel processo contro i responsabili dell'inquinamento, dovuto all'interramento e smaltimento illegale di rifiuti speciali, costituiti dalle ceneri delle centrali ENEL.

Avv. Valeria Passeri, Vicepresidente del WWF, a tutela anche delle altre associazioni ricorrenti, avanzerà una prudente richiesta di danni per la parte civile, di 1 MILIARDO di Euro.

-------------------------------------------

ottobre 2018 - Il WWF di Perugia si costituisce parte civile con il suo Avvocato Valeria Passeri, nel procedimento a carico degli indagati.

------------------------------------

-------------------------------------------

 

-----------------------------------------------------------

Settembre 2018 - Firmata la convenzione tra il Comune di Deruta e le Guardie Giurate WWF del nucleo di Perugia per la vigilanza ambientale.

---------------------------------------------------------------------

Industria insalubre di I° classe, emette in atmosfera polveri, pulviscolo ed emissioni gassose non identificate. Chiesto il sequestro!!!.

Il WWF chiede ad ARPA una centralina stabile, x almeno 6 mesi che faccia un monitoraggio in continuo. Chiesto l’accesso agli atti in Comune, …qualcosa non quadra!!!

Una nuvola bianca si staglia all’orizzonte, polvere, ed esce dall’impianto di una ditta di S. Eraclio che produce catrame e ricicla rifiuti speciali che la normativa non a caso ha classificato come INDUSTRIA INSALUBRE DI I° CLASSE (Allegato al D.M. 5 settembre 1994 lett. b punti 13 e 27) previste dalle Leggi sanitarie.
Il fatto è che quella polvere, ed anche dei fumi diversamenti colorati, grigi, neri, bianchi ecc. che fuoriescono dalle ciminiere di questa industria insalubre (specialmente nelle prime ore del mattino), vengono rilasciati in atmosfera Il WWF chiede, in regola con le necessarie certificazioni/autorizzazioni?
Detti fumi odorigeni e nuvole pulverulente, non promettono nulla di tranquillizzante atteso che, per il noto fenomeno meteorologico che grava sull’intera conca del folignate, chiamato “inversione termica”, detto fenomeno non permette a quelle sostanze di disperdersi in atmosfera, ma le fa stazionare “in sospensione” a poche centinaia di metri d’altezza. Il gioco delle correnti poi, sempre presente, può trasportare queste sostanze disperse, in ogni dove, anche interessando il vicino centro abitato di S. Eraclio (ma non solo).
Il fall-out, inizialmente in quota (di queste sostanze gassose e pulverulente), viene poi disperso per ricaduta e gravità, “spolverando” tutte le case circostanti, anche a qualche chilometro di distanza.
La preoccupazione principale di questo “pesante” e puntuale intervento da parte del WWF, deriva dalla conoscenza del tipo di lavorazione e dei possibili inquinanti volatili presente nel fresato d’asfalto, ovvero conglomerato bituminoso recuperato mediante fresatura degli strati di rivestimento stradale, frantumazione delle lastre provenienti da squarci di pavimentazioni asfaltiche, blocchi provenienti da lastre asfaltiche, e conglomerato bituminoso proveniente da scarti di produzione e sovra-produzione.
Rifiuto speciale quindi, che è bene specificare, non viene lavorato “in situ” di cantiere stradale. Quando allora si va a riciclare catrame/bitume, fresato dalle strade, è di solare evidenza che si “raschia” trasporta, deposita, macina, e rimiscela tutto quello che in superficie sull’asfalto di trova, compresi amianto/asbesto, polveri sottili da combustione, olii esausti, polveri di pneumatici, tutte sostanze volatili pericolose e sicuramente dannose alla salute, ovunque esse siano state raschiate in ogni parte d’italia, il risultato sarà sempre il medesimo.
Se poi tutto questo viene stoccato all’aperto per anni interi, senza coperture o debite cautele e/o impianto di abbattimento polveri, come nel caso di specie, ecco se si creano montagne di rifiuti alte anche oltre 30 metri d’altezza, per una cubatura mostruosa di circa 700.000 metri.
Già il processo industriale di miscelazione, che prevede l’impiego di sostanze altamente nocive, presenta degli aspetti critici per il tipo di lavorazione, ancor di più lo diventa quando tale processo non si limita alla lavorazione da materie prime, ma tratta, deposita e ricicla, sfridi e fresato stradale derivante dalla decorticatura del manto stradale. Trattasi quindi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, a secondo delle certificazioni ottenute sui campioni sottoposti ad analisi.
Migliaia di processi non hanno mai chiarito in maniera definitiva la pericolosità e la legittima lavorazione di detta tipologia d’impianti, occorre quindi massima cautela e analizzare caso per caso, i primi segnali sono senz’altro preoccupanti.
IL WWF di Perugia, ha già chiesto e segnalato al Comune di Foligno di veriificre l’emissioni pulverulente ed odorigene da questa industria insalubre, che le foto ben descrivono chiaramente, chiedendo una serie di ispezioni a sorpresa, atte a verificare la rispondenza tra le lavorazioni effettuate e quelle autorizzate, con la verifica urbanistica di tutte le installazioni fisse, mobili con riguardo anche ai corpi di fabbrica. Chiede, a fronte di eventuali illeciti di natura amministrativa e/o in ipotesi penale, il sequestro degli impianti e l’eventuale emissione di Ordinanza Sindacale di chiusura/sospensione lavori, fino ad ottemperanza di quanto eventualmente prescritto/rilevato, se del caso.
Chiede ad ARPA Umbria, l’istallazione di una adeguata centralina mobile di monitoraggio (per un congruo periodo di rilevazione) con i sensori/campionatori idonei al tipo di inquinanti/sostanze che ragionevolmente potrebbero essere prodotte da un impianto di questo tipo.
Il WWF, per il tramite del suo Avvocato Valeria Passeri, ha già avanzato istanza di accesso agli atti al Comune di Foligno per il riscontro documentale, di autorizzazioni urbanistiche e sanitarie, per la verifica della Valutazione d’Impatto Ambientale e dell’Autorizzazione Unica Ambientale, dei progetti e dei macchinari presenti, per la verifica di tutto l’iter autorizzativo obbligatorio e necessario.
Siamo appena agli inizi di una vicenda, … che immancabilmente avrà un seguito.

-----------------------------------------------------------

Selecontrollore, …perde il controllo, uccide un capriolo illegalmente e commette reato!!.
Il WWF parte civile nel processo.

Manciano di Trevi è lo scenario nel quale da troppo tempo si spara “ad alzo zero” troppo allegramente, in mezzo alle strade, vicino alle case e comunque non in condizioni di sicurezza per poter sparare con carabine tipo guerra, la cui gittata massima va ben oltre i 3 Km di distanza.

Eppure nella stretta valle di Manciano, addirittura sono almeno 22 i punti prestabiliti per poter sparare ai caprioli.

Riunione d’urgenza della Comunanza di Manciano, che dice basta ai novelli Rambo che imbracciano carabine potentissime, che potrebbero potenzialmente anche uccidere persone ignare fino a Trevi o a S. Eraclio.

Preoccupatissimo, il Sig. Vito Trombetta di Manciano di Trevi, racconta una storia allucinante: qualche giorno fa, mi trovavo dentro la mia casa quando ho sentito un forte sparo, mi affaccio dalla finestra e a pochi metri dalla mia casa, ed esattamente a fianco la strada comunale, un cacciatore in camicia bianca, aveva appena sparato, uccidendolo un capriolo.

Il problema, dal punto squisitamente della sicurezza, è che nella stessa direzione di tiro con la linea d’orizzonte, c’è la casa del vicino del Sig. Trombetta, ed anche di una strada, …eppure, senza essere posizionato su un palchetto sopraelevato, da terra, … ha sparato lo stesso, uccidendo il capriolo!!!.

Al di la delle numerose infrazioni amministrative che ha commesso: non poteva stare con la sua macchina nell’incolto, non poteva sparare a ridosso della strada comunale, non poteva sparare in direzione di una casa e delle adiacenti vie di comunicazione, non poteva sparare da terra in tutta sicurezza, perché fallendo il bersaglio, quella pallottola avrebbe vagato verso l’orizzonte per oltre 3 km ed infine, dopo aver ucciso il capriolo, …ciliegina sulla torta, commette reato, lasciando l’arma incustodita, semplicemente appoggiata alla propria vettura, per andare a recuperare la preda!!!

Va quindi a recuperare il capriolo a circa 150-200 metri, lo trascina verso la sua auto ove, al suo ritorno, trova il Sig. Vito Trombetta ad aspettarlo, il quale nel frattempo provvede ad acquisire/fotografare le prove al fine di poter denunciare la cosa, acquisendo il necessario materiale probatorio.

Fotografa il fucile abbandonato, sia alla targa dell’auto, ed anche il cacciatore residente in una frazione di Foligno, che ha sparato incurante delle norme di sicurezza, delle Leggi e delle rigide prescrizioni che un selecontrollore dovrebbe sempre osservare.

Ora il novello Rambo si ritrova una denuncia a suo carico.

Anche il WWF è intervenuto a seguito di dette lamentele, ha preso atto della denuncia sporta oralmente, ed ora l’associazione ambientalista autonomamente provvederà a segnalare il fatto alla Questura di Perugia, il gravissimo comportamento/reato di abbandonare l’arma, cosa che comporterà l’immediata revoca del porto di fucile uso caccia.

Il Presidente del WWF Sauro Presenzini, ha già conferito incarico all’Avv. Valeria Passeri di costituirsi parte civile nel processo contro il selecontrollore e di svolgere le necessarie indagini difensive per accedere al fascicolo istruttorio, integrandolo con ulteriori utili notizie.

La Comunanza agraria di Manciano, gli stessi abitanti, circa 300 persone, di cui 30-40 bambini che in estate dovrebbero poter avere la possibilità di vagare liberi ed innocenti per i boschi, senza limiti o il timore di essere impiombati, neanche incidentalmente, da pallottole vaganti.

Il WWF di Perugia (oltre i reati da perseguire e le sanzioni del caso), chiederà all’ATC 2, di revocare tutti quei punti sparo, troppi, che sono incompatibili con la sicurezza degli abitanti della stretta valle boscosa frequentatissima specialmente in estate da gitanti e residenti.

Il WWF aggiunge: ci si aspetterebbe che detto soggetto (già noto e identificato), molto prima che la giustizia faccia il suo corso, venisse immediatamente espulso e radiato dall’albo dei selecontrollori e che lo stesso ATC2 si costituisca parte civile nel procedimento penale, prendendo le debite distanza da tutti quei soggetti, che con i loro comportamenti illeciti, danneggiano l’intera categoria.

-----------------------------------------------------------

IL WWF A TUTELA DEI FIUMI E DELLA RISORSA ACQUA.

Anche in Agosto, anche di domenica, le Guardie WWF in azione a difesa dei fiumi e degli ecosistemi acquatici.

Quando le enormi pompe di irrigazione non si accontentano dei metri cubi concessi, delle giornate di prelievo e degli orari consentiti, ...beh non rimane altro che sanzionare e sequestrare.

Quando si arriva a rompere i sigilli dei contatori, per bloccare gli stessi, o montarli al contrario (per "scaricare" i metri cubi assegnati), beh non rimane altro che denunciare, così come quando si attinge il bene pubblico (l'acqua) abusivamente, ovvero in totale assenza di licenza di attingimento.

Nei casi più gravi, si chiama il carro attrezzi, si carica la motopompa, fino alla custodia giudiziale più vicina, ovviamente con spese d'intervento e custodia a spese del trasgressore.

-------------------------------------------------------

ACQUA E FALDA FREATICA INQUINATA A FOLIGNO. POZZI ALLA TRIELINA! ??

Foligno (zona Via Roma) a ridosso dell'ex cantiere iniezione legnami delle F.S.

Alcune verifiche effettuate dalle Guardie del WWF su alcuni pozzi della zona (e sulla sottostante falda freatica affiorante), hanno permesso di appurare in maniera certa ed inequivocabile, che la zona monitorata è fortemente compromessa dalla presenza di sostanze presumibilmente inquinanti, visto che già solo all'apprezzamento visivo, l'acqua di un pozzo che sgorga dalle tubazioni di un giardino privato, non solo sono fortemente colorate di rosso, ma emanano un pungente odore di solventi e idrocarburi.

Immediata la segnalazione all'ARPA che nella mattinata di domani (lunedì), provvederà ad effettuare prelievi ed analisi.

Qualora sia ritenuto necessario emettere ordinanza cautelare di divieto di prelievo per i pozzi della zona, circoscrivere l'area di cautela e rispetto per detto divieto, il Sindaco in qualità di prima Autorità sanitaria (come d'uso in casi del genere), provvederà ad emettere e pubblicizzare adeguatamente, l'Ordinanza contingibile e urgente, con le cautele e i comportamenti del caso.

Ovviamente è sempre bene far prevalere il principio della cautela, ed astenersi quindi dall'utilizzazione di acqua, proveniente da pozzi, sia per l'irrigazione dei giardini che per annaffiare colture ortive destinate sia al consumo umano che animale.
Gli inquinanti, al di la del grado di concentrazione e nocività degli stessi, possono accumularsi non solo nei terreni e depositarsi negli ortaggi, verdure, alimenti, ma anche bioaccumularsi nei tessuti degli animali, compreso l'uomo, che si nutre di essi.

In attesa del responso ufficiale delle analisi, ovvero dei tempi tecnici per effettuarle, le Guardie del WWF raccomandano di prestare la massima attenzione ed astenersi dall'utilizzazione di acqua "colorata e/o maleodorante" che segnala fin da subito una forte concentrazione, ma il fatto che l'acqua non sia colorata o non emani odori di solventi, idrocarburi e/o simili, non è garanzia assoluta di potabilità e utilizzabilità dell'acqua stessa.

Con ogni probabilità, gli inquinanti potrebbero comunque essere ben presenti, seppur diluiti e non "segnalare" da subito la loro presenza, senza con questo escluderne la loro nocività potenziale, ...sottovalutandone i rischi!!

La zona segnalata per il momento, sembra essere quella a valle di via Roma e sue immediate adiacenze (via Trieste, Genova, Trento, Via Cagliari, Via Santocchia, Via Intermezzi e adiacenze) ed altre ancora, che saranno ovviamente puntualmente segnalate, in maniera più precisa, tramite i necessari prelievi e analisi svolti da ARPA.

-------------------------------------------------------

IL WWF "CHIUDE" LA CACCIA IN UMBRIA.
In Umbria accolto dal Tar il ricorso del WWF contro il calendario venatorio
Preapertura bocciata dal Tar, salvati circa 10.000 caprioli.

L'Assessore Cecchini alla caccia, in "nome omen", sull'orlo ...di una crisi di nervi, convoca d'urgenza per venerdì la Consulta Regionale sulla caccia, per capire cosa fare.
Dopo la sonora bocciatura da parte del TAR Umbria, non propriamente un ritrovo di ferventi ambientalisti, da questo punto di vista quindi, garanzia di un equilibrato giudizio, si deve oggi prendere atto che le censure avanzate dal noto Avvocato Maurizio Balletta erano corrette, puntuali, sostenibili e veritiere, il Tar Accoglie e si riserva di depositare le motivazione nella successiva udienza, già fissata per il 4 dicembre.
L'effetto immediato, è la sospensione della caccia di settembre, ovvero la cassazione delle prime due giornate di apertura anticipata e il già programmato prelievo selettivo ai caprioli e cinghiali, che in assenza di un piano faunistico non adeguatamente motivato, fa cadere i presupposti di legalità per queste forme di caccia.
E' stato anche richiesto il rinvio degli atti alla Corte Costituzionale, per dichiarare illegittima quella parte della Legge venatoria Umbra, laddove si pone in contrasto con le norme Statali di rango superiore, come analogamente puntualmente successo in Liguria, Abruzzo, Molise.
Effetti immediati di questa sospensiva sono, il salvataggio dalla fucilazione di quasi 10.000 caprioli, decine di migliaia di altri animali selvatici e la censura, politicamente pesante, oseremmo dire DE-VA-STA-NTE, di una gestione non in linea con i dettati di legge.
Se dette forzature venissero confermate anche nelle motivazioni della sentenza, il WWF non potrà che trasferire gli atti alla Corte dei Conti, per la richiesta motivata di danno erariale, analogamente a quanto già avvenuto in Regione Veneto, con la condanna e intimazione verso funzionari ed assessore Regionale di rifondere lo Stato per 1 milione e 400 mila euro, che dovranno essere risarciti con i beni personali, ...visto che nessuna assicurazione di questo pianeta, risponde del dolo o colpa grave in caso di condanna.
Questa sentenza, in difesa di natura e fauna selvatica, il WWF Umbria e l'Avv. Maurizio Balletta, la dedicano commossi al grande Giudice Maurizio Santoloci, di Terni, prematuramente scomparso di recente, che fu il precursore e il formatore dei primi nuclei di Guardie Giurate del WWF, che portano oggi avanti con caparbia ostinazione, i suoi insegnamenti.

nelle foto: esemplare di capriolo, cucciolo e adulto. Foto scattate e di proprietà del WWF Perugia

-------------------------------------------------------------

INCHIESTA E DENUNCIA NATE DAL WWF PERUGIA

------------------------------------------------------

ALCUNI DEI SERVIZI DI VIGILANZA DELLE GUARDIE WWF PERUGIA

Il servizio di vigilanza ambientale di queste ultime settimane, ha permesso di controllare e verificare numerosi episodi e segnalazioni di illeciti diversi, dai cani domestici detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura, a quelli vaganti e randagi, dallo smaltimento illegale di rifiuti da parte di ditte agricole, ai controlli sulla pesca, da quelli venatori (caccia ai caprioli e cinghiali), alla raccolta differenziata dei rifiuti, fino all'attingimento di acque... pubbliche ai fini irrigui.

Oltre 12.000 euro le sanzioni irrogate dalle Guardie WWF per le diverse materie di competenza, numerosi i sequestri eseguiti e diverse le persone deferite all'Autorità Giudiziaria x i vari reati che sono stati riscontrati durante il servizio volontario.

Un lavoro estremamente prezioso e puntuale, che in maniera sussidiaria si pone al fianco delle Pubbliche Amministrazioni (senza ovviamente sostituirsi a loro), specialmente in questo momento storico di transizione, che vede la Polizia Provinciale pressoché azzerata sia nei ruoli che nei controlli di cui sopra e, i Carabinieri Forestali, dopo il loro "inglobamento" nell'Arma dei Carabinieri, maggiormente carichi di nuovi compiti e funzioni, che di certo non hanno permesso loro di intensificare/aumentare i loro storici compiti e controlli.

Nulla si sa invece, delle Guardie Venatorie delle associazioni dei cacciatori (circa la loro operatività concreta, sempre ipotizzata e strombazzata ai 4 venti).

Nonostante siano un piccolo esercito, non riescono a rilevare e riscontrare significativi risultati in tema di illeciti di loro competenza (in rapporto al loro numero abnorme) ...ma evidentemente, sono particolarmente sfortunate!!!

---------------------------------------------------------------------------------

GO GLOBAL - AMERICAN SCHOOL OF ENGLISH

Piccoli ambientalisti crescono!!
Qualche giorno fa siamo stati ad un campo scuola dove abbiamo tenuto una lezione di educazione ambientale e sul nostro operato come guardie ....l’età era tra 6 e 13 anni .....i piccoli partecipanti si sono mostrati molto sensibili e ricettivi sugli argomenti trattati...con nostra grande soddisfazione.

(luglio 2018)

---------------------------------------------------------------

Cava di Panicale.

ROSICCHIANO E VENDONO IL NOSTRO TERRITORIO E PAESAGGIO.
DANNO PUBBLICO, ...PROFITTO PRIVATO!!!


Sulla cava di Panicale il Presidente del WWF di Perugia Sauro Presenzini dichiara: la storia si ripete, a Panicale, in localita' Cerreto Alto, è prevista la riapertura di un’attivita' estrattiva che sta per essere ripresa, con una potenzialità' di piu' di 750.000 metri cubi, la conseguenza diretta e immediata è il passaggio annuale in loco di decine di migliaia di camion carichi di pietra.

Gli impatti deleteri sull'ecosistema sono evidenti a chiunque.
La cava ricade in un territorio altamente vincolato ed eccezionalmente rimasto ad uno stato naturale, dove si praticano colture tipiche d.o.c., come lo zafferano, la fagiolina, i broccoletti del Lago Trasimeno; ivi si produce il Vino dei Colli del Trasimeno, l'olio extra vergine di oliva dei Colli del Trasimeno d.o.p..

Il paesaggio affastellato di boschi, brughiere e ruderi crea con il Lago Trasimeno un' unità di colori e visioni uniche al mondo.

Tanto che ci troviamo nel sito ZSC (zona protezione speciale) della Rete Natura 2000, a tutela di flora e fauna rara d' interesse europeo, denominata "Boschi e Brughiere di Panicarola", ove insiste il vincolo paesaggistico, ulteriormente ampliato dalla Regione nel 2013, il vincolo delle aree boscate e idrogeologico. La zona e' anche di interesse archeologico.

A poche centinaia di metri in linea d'aria insistono il Castello di Montalera e l'antico Borgo di Panicale.

Nuovi scavi cancellerebbero tutte queste potenzialità, inferendo un colpo mortale al territorio, che sostanzialmente e collettivamente vive e trae vantaggi dal turismo, dalla sua biodiversita' variegata, dall'agricoltura biologica praticate intensamente e in perfetta sintonia con la sua vocazione naturalistica.

I camion che verrebbero a passare in continuazione, durante il giorno, sulla strada vicinale di Casa Bruciata, annienterebbero le colture biologiche di pregio, mettendo in serio pericolo lo sviluppo di attività dolci come l'equitazione, al ciclismo, le passeggiate, che numerosi turisti e abitanti del posto sono soliti praticare in questo angolo di Umbria.

Non possiamo permettere che i nostri territori vengano svenduti e distolti dalla loro naturale vocazione agricola-turistica dietro al pretesto di nuovi progetti di un “finto riambientamento" della cava, …riambientamenti flop mascherati, troppe volte già visti in Umbria e in Italia.

Con il settore edilizio in crisi nera, ci si deve spiegare a cosa servano e soprattutto dove vengono poi impiegati questi nuovi materiali cavati e trasformati.
Forse addirittura fuori regione o all'estero, magari caricati su vagoni ferroviari?

Sistematicamente oggi invece, si rosicchiano le nostre montagne, si deturpano i nostri territori, si svendono i nostri paesaggi e la nostra idea di sviluppo dolce, in nome di un profitto ad uso esclusivo del privato ...e con un evidente “danno collettivo", con un'ulteriore grave ferita al paesaggio.

La domande vere da porsi sono:
- chi doveva vigilare nel passato (ovvero la Pubblica Amministrazione), dov’era e come è potuto accadere che abbia consentito di scavare le pareti “a pozzo”, senza nulla verificare o eccepire?

- Perché ha consentito di scavare una parete verticale a picco, invece di imporre di riambientare contestualmente e procedere a lotti funzionali e per gradi, già in corso d’opera, nel mentre essa viene contivata?

- Perché mai oggi dovremmo fidarci di quella stessa Pubblica Amministrazione che ieri era assente e dormiva?

Il WWF Perugia auspica che la ginestra, imperterrita, continui a crescere sulla cava per coprire integralmente le sue brutture e nefandezze, lasciate dagli scavi passati, e che prevalga sulle determinazioni scellerate politiche e istituzionali, che oggi ne prevedono, forse “pretendono” la riapertura.

Il Presidente del WWF Sauro Presenzini ha già messo in moto la sua “macchina da guerra” nella persona dell’Avv. ambientalista, Valeria Passeri, la quale sta predisponendo l’accesso agli atti.
Atti che fino a ieri sono stati di fatto “negati”, elargendo semplicemente ai richiedenti n° 3 fogli di carta, in luogo del corposo dossier, che prevede invece progetti, relazioni, varianti, autorizzazioni, procedimenti amministrativi vari.

Insomma ne vedremo delle belle, il WWF e i comitati locali, sono pronti ad agire giudizialmente (se del caso), in tutte le sedi opportune e in ogni modo.

 

-----------------------------------------------------

La Regione Umbria si “dimentica” di pubblicare i documenti e delibere, il WWF scrive e chiama l’anticorruzione e subito dopo appaiono. Uno strano e bizzarro modo di gestire la cosa pubblica.

La Regione Umbria pubblica il calendario venatorio 2018-2019, ma si dimentica di rendere pubbliche on-line, per trasparenza e correttezza amministrativa, gli atti correlati, delibere, atti dirigenziali, determine ecc. impedendo di fatto ogni tipo di conoscenza, ricognizione e difesa di interessi diffusi e legittimi.
Documenti, atti e delibere, che devono essere pubblicati sia per obbligo di Legge che per trasparenza, contestualmente alla loro emanazione, senza necessità alcuna che il cittadino debba avanzare richieste di accesso o presentare istanze o motivare il perché di quella richiesta e accesso.
La ratio della norma in questione, vuole favorire, agevolare il cittadino, rendendolo partecipe della vita amministrativa pubblica, fornendo puntali, corrette e trasparenti informazioni.
Il WWF di Perugia, avendo un interesse specifico, dopo vari tentativi di accesso volti a scovare (in un complicatissimo “percorso ad ostacoli”) i documenti di suo interesse, deve arrendersi all’evidenza, …quei documenti non ci sono, non sono mai stati pubblicati.
Una dimenticanza, un piccolo incidente facilmente risolvibile si dirà.
Si, potrebbe anche essere!!!

Peccato però che ci troviamo in Umbria, un unicum nel suo genere, ovvero la Regione con detiene un poco invidiabile record mondiale dell’intero pianeta terra: la più alta densità di cacciatori, in rapporto alla popolazione residente.

Densità di cacciatori altissima che è riuscita ad oggi a mobilitare e far convergere la politica locale e la sua azione amministrativa infinite volte, attorno al “gioco privato della caccia”, non di certo quindi per un interesse pubblico diffuso, semmai, per favorire un attività ricreativa (ricreativa, a detta di alcuni), …che però non è condivisa da circa il 90% della popolazione italiana (dati istat).
Dal 1994 ad oggi, che è la data di emanazione della legge regionale sulla caccia in Umbria, l’attento e solerte legislatore, si è dovuto riunire un numero abnorme di volte per emanare, modificare, integrare, deliberare le norme sulla caccia, con produzione defatigante di provvedimenti amministrativi, sia provinciali che regionali, che superano abbondantemente ad oggi le 100 volte. Qual è quel settore, quella materia, quella disciplina, quell’interesse regionale prioritario, quell’emergenza, che ha visto la politica spendere tutte queste energie, risorse, tempo, emanare così tanti provvedimenti?
La sanità, i trasporti, l’occupazione, i rifiuti, l’inquinamento?
Nossignori!!!
Il nodo centrale e prioritario in Umbria, …è appunto la caccia!
Ecco che allora questa dimenticanza, assume un sapore, un colore e una lettura diversa.
Sauro Presenzini Presidente del WWF di Perugia, coglie la distorsione, non accetta la giustificazione, non tollera la dimenticanza, prende carta e penna, scrive e diffida con Posta Certificata la Regione Umbria alla pubblicazione di quanto mancante, il Dott. Palmerini dell’Ufficio Anticorruzione e trasparenza e dopo 3-4 giorni (evidentemente necessari per le verifiche) impone di provvedere, …ed ecco apparire come per incanto, la documentazione mancante.
Era necessario arrivare a tanto?

Beh, che dire, …benvenuti in Umbria!!!

-----------------------------------------------------

CASTELLUCCIO DI NORCIA

IL WWF PERUGIA, "SPARA" AD ALZO ZERO, CONTRO REGIONE E PROTEZIONE CIVILE.

Forse non siamo stati sufficientemente chiari, oppure tutto è talmente chiaro, ... che ad alcuni conviene far finta di non capire!!!

La vicenda dell'Ecomostro di Castelluccio avversato dalla nostra associazione (che ha visto in due giorni oltre 20.000 visuaizzazioni), non attiene gli abitanti di Castelluccio (per i quali, purtroppo ancora non sono pronte nemmeno le piazzole per installare le casette), non riguarda i commercianti e gli imprenditori/artigiani di Castelluccio, chiunque essi siano.

Questo centro commerciale "alieno", che deturpa in maniera stabile e irreversibile un'ambiente, un panorama, una visione estetica d'insieme, un'unicità mondiale all'interno di un parco nazionale, che è rimasta inalterata per millenni, ...fino all'arrivo di certa politica, la quale, in occasione del tragico evento del terremoto, in arrogante solitudine ha deciso per tutti cosa fosse meglio fare, dove fosse meglio collocarlo, come fosse meglio realizzarlo.

Avremmo potuto avanzare mille critiche e sollevare dubbi circa questo metodo fintamente partecipato, ma abbiamo ingoiato il rospo, per non ritardare il rilancio economico della zona, per non ostacolare la ricostruzione, abbiamo chiuso gli occhi, anche su fatti gravi, ...ma quello che non possiamo tacere e non ostacolare con ogni mezzo, in ogni modo, in ogni sede è:
LA MANCATA GARANZIA SCRITTA E PROGETTUALE CHE AL TERMINE DELLA FASE DI RICOSTRUZIONE (10-15-20 anni che saranno necessari) QUESTO ECOMOSTRO, ALIAS CENTRO COMMERCIALE, VERRA' IMMANCABILMENTE SMANTELLATO ( E NON RICONVERTITO IN QUALCOSA D'ALTRO)!!!!

Il WWF di Perugia, non è di certo contro l'attuale necessità e provvisorietà dell'opera emergenziale, ...MA CONTRO UN MODO TARTUFESCO DI FAR APPARIRE UNA COSA PROVVISORIA, SENZA NESSUNA GARANZIA SCRITTA CIRCA IL SUO "FINE VITA", LO SMANTELLAMENTO E OVVIAMENTE... IL RIPRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI!!!.

Senza girarci troppo attorno, avere dei ristoranti, bar, attività commerciali con affaccio e terrazza, con vista sul "Pian Grande" di Castelluccio, fa gola a molti e sarebbero disposti a spendere milioni di euro per uno spazio permanente (è come avere una vista unica su una delle 7 meraviglie del mondo).

Si dica chiaro, senza artifizi lessicali, se questo ecomostro rimarrà li per sempre!

Non ci sono garanzie scritte e se ci è permesso, il "biglietto da visita" della politica di oggi, ci autorizza a pensar male.

Se non giungessero entro breve, le richieste garanzie a tutela di un bene pubblico collettivo, il WWF Perugia suo malgrado, incaricherà l'Avv. Valeria Passeri oltre ad inoltrare diffida urgente alla Regione Umbria e Protezione Civile, a procedere ultriormente nel preparare un ricorso al TAR contro questo progetto, viste le numerose censure procedurali già individuate, ma anche contestuale richiesta di sequestro penale dell'area da parte dell'Autorità Giudiziaria, con ipotesi di violazioni penali a carico di ignoti (per il momento), ripercorrendo sostanzialmente, l'analoga e già nota vicenda dei fatti già accaduti a Norcia, di più, di valutare anche l'invio dei documenti necessari, per l'apertura di una procedura d'infrazione da parte della Corte di Giustizia Europea nei confronti dell'Italia (visto che buona parte dei denari per la ricostruzione, sono di fonte comunitaria).

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

---------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------

----------------------------------------------

------------------------------------------

-----------------------------------------------

---------------------------------------------------

VIGILANZA ITTICA

Le Guardie Wwf Perugia, in occasione dell'apertura alla trota, sono state impegnate molte ore nell'attivita' di vigilanza proseguita fino a sera. La violazione riscontrata maggiormente e' stata l'omessa annotazione sul tesserino di luoghi, date, capi pescati.

--------------------------------------------------

Cacciano il cinghiale di martedì e venerdì, le Guardie WWF li denunciano.
60 cacciatori, in un colpo solo, dicono addio alla licenza di caccia.

La Legge parla chiaro senza possibilità di equivoci, di martedì e di venerdì, la caccia è sempre e comunque vietata, chi caccia durante le giornate di “silenzio venatorio” incorre in un reato specifico, che prevede l’arresto fino a 3 mesi o una salata ammenda, oltre le spese processuali, la fedina penale compromessa e il ritiro, sospensione o revoca del porto d’armi a discrezione del Questore. Durante i mesi di novembre e dicembre, alcune squadre di cinghialisti (in 3 distinte battute), una a Foligno, una a Gualdo Cattaneo e l’altra a Castiglion del Lago, sono state sorprese a cacciare nei giorni di silenzio venatorio all’interno di aree normalmente interdette alla caccia. La sorpresa da parte dei cacciatori è stata quando si sono visti arrivare le Guardie del WWF che Legge alla mano, hanno provveduto ad identificare tutti gli “attori”, i responsabili di battuta e la Guardia Giurata addetta ai controlli. Guardia che avrebbe dovuto attestarne la legittimità e la regolarità, denunciate quindi anche le tre guardie Giurate, che in concorso tra loro, in qualità di Pubblici Ufficiali non hanno impedito il fatto, omettendo di segnalare l’ipotesi di reato alla Procura competente.
Non si tratta di certo di una diversa interpretazione della norma, stante il tenore inequivoco del divieto, ma di una distorta, cosciente ed arbitraria azione di caccia, che è stata “giustificata” asserendo che, cacciando nei giorni di Martedì e di Venerdì, non si sarebbe interferito con altre forme di caccia.
Gli A.T.C. –Ambiti Territoriali di Caccia, ovvero gli organismi comprensoriali che gestiscono il territorio di caccia- allarmati per tali contestazioni da parte delle Guardie del WWF, hanno sentito immediatamente la Regione (che aveva rilasciato le autorizzazioni) e subito dopo, …hanno immediatamente sospeso le battute di caccia al cinghiale nei giorni vietati, provocando un vero e proprio terremoto politico/venatorio.
Il Coordinatore regionale delle Guardie del WWF Sauro Presenzini meravigliato da tale macroscopica e fantasiosa interpretazione riscontrata, ha spedito tutti i verbali di battuta e una dettagliata relazione, alle varie Procure competenti, le quali hanno aperto dei fascicoli d’indagine a carico dei 60 cacciatori partecipanti.
Ha inoltre dichiarato: “…le previsioni di una Legge Regionale non possono di certo contrastare con una norma di rango superiore, la Legge Statale, né possono invadere una competenza statale in tema di reati, ed infatti non è questo il caso! Nemmeno l’autorizzazione del funzionario regionale, può invadere dette competenze statali, nel caso di specie nella delibera autorizzativa non c’era di certo scritto da nessuna parte, che le battute potessero effettuarsi nei giorni di silenzio venatorio...” Ed allora!??
Sembra che ora, nessuna delle imbarazzatissime Associazioni venatorie, vogliano farsi carico della “patata bollente” circa la paternità/responsabilità di tali fatti. Non è di certo un nostro problema, commenta il Coordinatore Presenzini, saranno i cacciatori coinvolti a chiedere eventualmente conto verso i loro referenti/dirigenti per non averli informati, o per aver fornito loro una informazione distorta. Appena saranno concluse le indagini, il Coordinatore del WWF invierà la doverosa ed obbligatoria comunicazione al Questore, per la valutazione discrezionale circa la sospensione e/o revoca del porto d’armi, in capo a chi abusando della Licenza di Polizia, la usa per commette reato.

--------------------------------------------------------------

La prestigiosa rivista National Geographic, nel numero di gennaio, dedica un articolo di 16 pagine sul bracconaggio in Italia. Tra le associazioni coinvolte nel contrasto di questa piaga, anche le Guardie WWF attive sul campo con NOA-CFS.
 

-------------------------------------------------------------------

 

Le Guardie Zoofile del WWF ispezionano i canili Umbri.
Un canile fatiscente, una gestione inadeguata, verrà segnalata, proponendo la sua chiusura al Comune capofila.

Ormai impegnate da quasi 2 anni in maniera omogenea e programmata, le Guardie del WWF dopo le ispezioni eseguite nei canili pubblici e convenzionati di Perugia e Foligno, hanno esperito visite ispettive anche a Todi, Città di Castello, Gubbio, ma anche anche a strutture private, che detenevano cani e gatti in quantità e modalità irregolare.
Quello che c'è da segnalare e stigmatizzare è sicuramente l'approccio problematico al controllo, quasi sempre ostacolato "rifiutato" da associazioni animaliste e/o animalisti che gestiscono la struttura pubblica o privata in convenzione, in una sorta di franchigia extra Legge.
Tutti sono soggetti a controllo, che siano privati, Enti, associazioni, appartenenti a qualsiasi sigla associativa, anche di quelle più note. Chi gestisce un canile per conto di un Ente, è sovvenzionato con soldi pubblici, ha una convenzione da rispettare, delle norme, delle regole, dei limiti, delle prescrizioni che vanno verificate e rispettate da parte di chiunque ne ha la gestione.
L' ultima ispezione in ordine di tempo, una visita esperita al canile di Colleluna a Terni, con circa 400 cani. Il benessere dell'animale deve essere riscontrato sul posto, la possibilità che il cane possa essere affidato a famiglie deve essere favorito al massimo, la massima capienza rispettata, la rispondenza tra quanto dichiarato e verificato sul posto, è uno dei presupposti fondanti per un corretto, doveroso e trasparente controllo verso una struttura, che seppur chiusa/confinata a motivo della detenzioni di animali, deve essere però massimamente trasparente e aperta verso il pubblico, verso la collettività che osserva.
Dichiara il Coordinatore regionale delle Guardie WWF Sauro Presenzini che, "...quando si bussa alle porte di un canile (ovviamente senza avvisare) e le Guardie si sentono rispondere in prima battuta, -...Voi non entrate...- beh, questo certamente è il primo campanello d'allarme che non depone certo verso una tranquilla gestione trasparente e collaborativa. Non si sono mai verificati dei grossi problemi con i gestori privati, Veterinari, Cooperative convenzionate, o altri soggetti, mentre gli ostacoli maggiori, l'animosità e i problemi si sono sempre verificati con le associazioni animaliste e/o animalisti singoli, che si sentono turbati/indispettiti da parte di questo tipo di controlli, quasi che reclamassero un'inesitente limbo ispettivo nei loro confronti".
Durante queste visite, numerose (e a volte gravi) irregolarità sono state riscontrate, proprio a carico di strutture gestite da associazioni, ...ed ecco forse quindi spiegata questa sospetta animosità ed ostacolo all'accesso, accampato da alcuni volontari nei confronti delle nostre Guardie. L'intervento delle Forze dell'Ordine non si è quasi mai reso necessario, anche se in alcune occasioni sono intervenute, hanno evitato con questo, la necessaria attivazione/informazione verso il Pubblico Ministero di turno, che di fronte al diniego all'accesso, può anche autorizzare l'uso della forza, con la richiesta d'intervento dei Pompieri per tagliare lucchetti, cancelli e quant'altro di ostacolo.
Massima collaborazione (non formale) ottenuta dalla Guardie Zoofile del WWF durante l'ispezione al Canile di Colleluna, da parte del Comune di Terni e della Cooperativa Alis (composta da giovani volenterosi e motivati), una bella struttura, pulita con ambienti idonei, ben organizzata, ordinata sia dal punto di vista documentale che strutturale. Insomma una piacevole sorpresa!!! Un po meno il comportamento posto in essere da una volontaria animalista esagitata, che però nulla ha a che vedere, con la Cooperativa.
Tra tutte le strutture visitate in Umbria, una andrebbe chiusa subito per gravi carenze gestionalie strutturali, ma sono ancora in corso i riscontri documentali del caso. Ovviamente la segnalazione verrà girata al Comune capofila di quella struttura convenzionata per i necessari riscontri, approfondimenti, valutazioni. Numerose e meticolose altre ispezioni nei prossimi mesi nel territorio umbro, sono già state programmate dal Coordinatore regionale delle Guardie Sauro Presenzini, che però (ovviamente) non rivela nè tempi, nè luoghi, nè quale strutture saranno controllate.

WWF Perugia

---------------------------------------------

WWF PERUGIA CONTRO ROCCHETTA

ll Commissario per gli usi civici Dott. Pettinelli, usa parole pesanti nella motivazione dell’ordinanza con la quale dispone il sequestro dei terreni e dei pozzi di emungimento a Gualdo Tadino, ha infatti individuato, descritto e circoscritto numerose altre censure di violazione alla procedura amministrativa. Lo stesso Commissario..., autonomamente, ha inviato quindi l’intero fascicolo alla Corte dei Conti per l’apertura di una vertenza di carattere erariale, anche al fine di accertare eventuali violazioni della pubblicità, imparzialità, trasparenza e non discriminazione, che potrebbero coinvolgere funzionari Comunali e Regionali.
Analogamente alla concessione dei beni demaniali, anche qui il procedimento, così come istruito da Comune e Regione Umbria, a giudizio del Commissario, resta viziato nei modi, nella forma, nei tempi e “finisce per costituire un utilizzo privato di beni della collettività che, nel favorire le possibilità di lucro di un determinato imprenditore in danno degli altri, altera le naturali dinamiche del mercato (Corte dei Conti 13 maggio 2005 n° 5)”.
Parole pesanti come macigni, che delineano la totale irregolarità delle procedure adottate senza coinvolgere l’unico attore legittimato, che è la Comunanza di Gualdo Tadino, sempre esclusa e mai coinvolta nei momenti decisionali.
Il Consigliere del WWF di Perugia Avv. Valeria Passeri e il suo Presidente Sauro Presenzini, hanno ben individuato le debolezze del complesso procedimento, ed infatti hanno già ottenuto il provvedimento di sequestro, ma non si fermano a questo, perché altre e più esplosive conseguenze si profilano all’orizzonte. Nell’immediato, chiedono che la Procura della Repubblica di Perugia acquisisca il fascicolo inviato alla Corte dei Conti dal Commissario per gli usi civici, perché dalla disamina puntuale delle motivazioni e delle censure espresse, sembrerebbero ascriversi in capo a funzionari comunali e regionali ipotesi di reato già evidenziate nell’ordinanza.
Ma la domanda principe che scaturisce, in conseguenza delle illegittime procedure adottate dai funzionari è: ma se il Commissario per gli usi civici ha ritenuto adottare il provvedimento di sequestro, (atteso che tutte le procedure ad oggi adottate sono state qualificate in violazione della Legge), attualmente chi può godere, incamerare legittimamente i proventi derivanti dallo sfruttamento/vendita di un bene collettivo che non poteva essere concesso, ... né è concedibile!!??
Clamorose iniziative a breve.

-----------------------------------------------------

Guardie WWF, multano …Guardie venatorie.

Fine settimana di fu­oco, oltre 5.000 di euro di sanzioni e multe per trappole, esche avvelenate, rea­ti ed altri illeciti. Fucili sequestrati e confiscati.

Protte, ancora una volta l’abitato di Pr­otte di Spoleto nel mirino delle Guardie del WWF, la prima scena che si presenta alle Guardie del WWF in perlustrazione in questo territorio bollente “terra di nessuno”, è una gabb­ia trappola, illegal­mente posizionata ed attivata, per la ca­ttura di animali arbi­trariamente ritenuti nocivi. All’interno di essa erano posiz­ionate delle esche di granturco potenzia­lmente idonee ad att­irare qualunque tipo di selvaggina dal piccione alla starna o fagiano, dal lepre all’istrice, dalla tortora alla nutria. Nessuna autorizzazi­one esposta, nessuna punzonatura identif­icativa di gabbia au­torizzata e/o indica­zione del responsabi­le del controllo su di essa. A mò di sen­tiero, davanti all’a­pertura della gabbia, …quasi un invito, 4 bustine di un pote­nte e terribile vele­no topicida, che pot­rebbe essere ingerito da cani, gatti e ogni altro animale at­tratto dagli attivan­ti chimici, che non avrebbe lasciato sca­mpo a nessun tipo di animale. Immediato il sequestro e la co­nseguente distruzione sul posto della tr­appola illegale, bon­ificata l’area dalle esche avvelenate. Sempre a Protte, vers­ante in direzione di Campello le Guardie del WWF durante un controllo ambientale notavano un cacciat­ore che praticamente era a caccia con il fucile, le munizioni e il cane praticam­ente a bordo strada, candidamente dichia­rava di non sapere che vicino alle strade occorresse mettere il fucile nel foder­o. Ignoranza non scu­sabile, visto che il cacciatore è un sog­getto qualificato che ha il diritto/dove­re di conoscere la Legge che regola la materia, altrimenti non si capisce come abbia fatto a prendere la Licenza!!! Nei suoi confronti immed­iata è scattata la sanzione amministrati­va e sequestro del fucile, salvo poi sco­prire che tale cacci­atore è anche una Gu­ardia di una nota as­sociazione venatoria, che proprio a Prot­te è molto popolare. Anche se Guardia, …essa è stata regolar­mente sanzionata come prevede la norma. Ancora a Protte, ver­sante dei Monti Mart­ani il fatto più ris­chioso, un componente di una squadra di una battuta al cingh­iale viaggiava con il proprio fuoristrada su una strada prov­inciale, ad un contr­ollo ed ispezione de­ll’abitacolo, si not­ava che il fucile era appoggiato privo della custodia sul se­dile del passeggero che risultava carica con tre munizioni al suo interno, sanzi­one da 420 euro, seq­uestro con successiva confisca e distruz­ione dell’arma. Il fatto più curioso però si è svolto a Foli­gno ed esattamente nei pressi del conven­to dei frati Cappucc­ini, alcuni cacciato­ri erano talmente pr­esi dall’effettuare una sparatoria da co­ntraerea verso dei volatili, che non han­no avuto modo di acc­orgersi dell’arrivo delle Guardie del WW­F, quello che è appa­rso subito strano è che mentre sparavano, gli uccelli contin­uavano a cantare, co­sa inusuale e altame­nte improbabile visto che di norma, gli uccelli se non colpi­ti, pensano bene di volare via e non cer­to di cantare. Evide­nte era quindi, che non trattavasi di uccelli veri ma sempl­icemente di un artif­izio elettronico vie­tato dalla legge, per dissimulare il ric­hiamo elettronico, facilmente individuab­ile, il furbo caccia­tore ha pensato bene di registrare su un file in formato mp3 sul proprio telefono cellulare e utiliz­zarlo come richiamo, peccato però che le guardie erano alle sue spalle, abbiano recuperato il telefo­no ancora acceso dai rami di un ulivo e riconsegnato al cacc­iatore rimasto basito al materializzarsi dei controllori del Panda. Denunciato penalmente sia il cac­ciatore proprietario del telefono che (in concorso tra loro), gli altri due cacc­iatori, che comunque beneficiavano degli effetti dello stesso mezzo vietato. Alt­re sanzioni minori, le solite, mancata annotazione del tesse­rino, distanze di ri­spetto e sicurezza dalle strade e dalle case, ecc. che quasi non fanno più notiz­ia, infrazioni che vengono regolarmente e quotidianamente ri­levate anche dalle altre Forze di Polizi­a, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Provinciale ecc.

--------------------------------------------

-------------------------------------------

------------------------------------------------------

-----------------------------------------------------

--------------------------------------------------

La Regione Umbria:
“…VISTO lo scritto difensivo (a fronte del Verbale di contestazione elevato dalle Guardie del WWF) presentato dal Sig. OMISSIS, ai sensi dell’art. 18 della Legge 689/81 e contestuale OPPOSIZIONE AL SEQUESTRO…; Considerato che l’atto di sequestro opposto, deve ritenersi nella fattispecie legittimo…; …ritenuto, pertanto di convalidare il sequestro succitato fino alla decisione…;
DISPONE: …la convalida del sequestro di cui al verbale….; …la conferma del provvedimento con il quale i verbalizzanti hanno affidato in custodia …il materiale sequestrato.

Queste succintamente le motivazioni giuridiche e ufficiali con cui la Regione Umbra ora e la Provincia di Perugia prima (ormai da oltre 30 anni), hanno accolto e accolgono le migliaia di Processi Verbali di Contestazione redatti dalle Guardie WWF e i relativi Processi Verbali di Sequestro di armi, selvaggina, munizioni, mezzi illegali di caccia, pesca, ecc. semplicemente, …PERCHE’ CONFORMI ALLA LEGGE!

Nonostante siano passati ormai 3 decenni, siano stati contestati e verificati (troppi) illeciti amministrativi in tema di tutela dell’ambiente, compresa la caccia, sembrerebbe ora (cosa tutta da verificare) che ancora ci sia e resista, una scuola di pensiero che vorrebbe limitare, impedire, screditare, ostacolare, l’azione di vigilanza delle troppo poche guardie del WWF, suggerendo urbi et orbi, ai potenziali trasgressori che dovessero incappare nei controlli ambientali, di tenere un determinato comportamento che è totalmente contra legem.

Comportamenti suggeriti e assimilati acriticamente dai trasgressori (nel caso di specie dai cacciatori), che via via possono essere controllati e quando necessario, sanzionati a norma di Legge, i quali, ripetendo “a pappagallo” quello che gli è stato veicolato/inculcato, si sono poi comportati “modello fotocopia” alla stessa maniera, facendo dedurre/trasparire un’unica regia, tanto da rasentare (se accertato) l’ipotesi di reato relativa all’istigazione a delinquere.

Risultato tragico: Resistenza a Pubblico Ufficiale, interruzione di Pubblico Servizio, Occultamento di Prove , Minaccia a Mano Armata, Ingiurie, ecc. per il verificarsi di detti reati, per la parte penale che si è incardinata in conseguenza di un provvedimento amministrativo, si sarebbero potuti evitare e concludere rimanendo sul piano amministrativo.

Di più, OGGI QUASI IN AUTOMATICO; SCATTA LA SANZIONE ACCESSORIA già prevista dal Ministero degli Interni in tema di detenzione e valutazione discrezionale sulla permanenza del porto d’armi e delle stesse armi (TUTTE LE ARMI), a fronte di illeciti e reati contro la P.A. e reati di una certa gravità, afferenti un comportamento ”turbolento”.

Noi crediamo sia necessario, accogliere parzialmente un recente appello da parte dell’ARCI Caccia Nazionale, circa la necessità di una discussione per un corretto comportamento da tenere (da parte di tutti), durante l’esercizio venatorio.

Allora ecco la necessità di stabilire e ristabilire una giusta e corretta informazione verso chi oggi detiene e usa armi da caccia, stilando se necessario un piccolo Vademecum anche in contraddittorio tra Regione Umbria, Provincia di Perugia, associazioni Ambientaliste, A.T.C. e singole associazioni venatorie, quali siano le regole, i doveri, i poteri, i comportamenti da tenere nei confronti di chi oggi assolve ad una funzione pubblica, ivi comprese le Guardie Giurate Volontarie che via via vanno assumendo un “maggior carico di lavoro” a fronte di importanti soppressioni degli organi di vigilanza statali (CFS in primis e la Polizia Provinciale).

Ecco noi riteniamo che questa sia la giusta strada per evitare inutile e sterili polemiche, assolvere alla funzione istituzionale, primaria e corretta d prevenzione e informazione da parte delle associazione venatorie, che tra l’altro, si vedono pagare a loro favore delle quote associative.

Fornire quindi ufficialmente ( e non tramite il passaparola) la giusta informazione, sarebbe doveroso oltreché obbligatorio, prevenire quindi inutili azioni/comportamenti che quando dovessero verificarsi, rischiano di ritorcersi contro lo stesso cacciatore.

Prevenire e informare quindi, perché dopo, …sarebbe tardi.
Confermino o meno, le associazioni venatorie, gli A.T.C. , se i provvedimenti adottati e confermati dalla Regione Umbria a fronte dei Verbali di accertamento e sequestro siano legittimi, o da ritenersi un abuso (come qualcuno vorrebbe significare).

Anche il silenzio, … sarebbe un atto colpevole!!!

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

--------------------------------------------

-----------------------------

-----------------------------

--------------------------------------------

NO ALLA COSTRUZIONE (SENZA GARANZIE) AD "ECOMOSTRO" A CASTELLUCCIO DI NORCIA.

 http://buonacausa.org/cause/no-a-costruzione-villaggio-deltaplano-a-castelluccio-di-norcia

Il Pian Grande di Castelluccio, una visione mozzafiato su migliaia di ettari di natura incontaminata all’interno del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Area unica al mondo, una tavolozza di colori dipinta direttamente da Dio e donata agli uomini, perché ne abbiano cura. 

Nella patria di San Francesco d’Assisi, il primo ambientalista al mondo e dopo il monito di Papa Francesco, circa la necessità di preservare l’ambiente e la natura in cui viviamo e dipendiamo, ecco che la Regione Umbria, derogando alla Legge, ai principi di tutela e senza nessuna garanzia per il futuro di questa unicità, al fine di poterla consegnare inalterata ai nostri figli, autorizza la costruzione di un “ECOMOSTRO”, ovvero di  un corpo edificato, che occuperà una superficie di migliaia di metri quadrati, sotto il centro abitato di Castelluccio, nel versante che guarda il Pian Grande. 

In tale villaggio verrebbero delocalizzate “transitoriamente” – e cioè per almeno 15- 20 anni, quanto durerà la ricostruzione – numerose attività produttive ed economiche tra cui dieci ristoranti, tre caseifici, otto negozi e naturalmente parcheggi per centinaia di auto.

Il WWF Perugia intende opporsi con ogni mezzo legale ed in ogni sede con denunce e ricorsi amministrativi per impedire lo sbancamento e la costruzione senza garanzie di demolizione.

Per sostenere le iniziative legali e predisporre una autonoma e indipendente attività di vigilanza ambientale con le proprie Guardie in tutta l’area, anche con l’acquisto di mezzi e strumentazioni idonee, occorrono molti sforzi economici.

Tutte le donazioni alla ONLUS sono detraibili.

-------------------------------

------------------------------------

Perugia 17 agosto 2017
Prot. N° 312/Fl

Spett.le Regione Umbria
Servizio Foreste, montagna, sistemi naturalistici, faunistica
c.a. Dirigente settore
Dott. Grohmann
E, p.c. Dott. Sergiacomi

OGGETTO: fauna selvatica (capriolo). Richiesta cattura e delocalizzazione in area protetta. Pericolo di morte per incidente dell’animale. Ripristino della sicurezza stradale.


Spett.le Dirigente,
con la presente, la scrivente associazione segnala la necessità di una delocalizzazione , (previa cattura) di un animale selvatico, trattasi di un esemplare di capriolo maschio che staziona da oltre un anno in area altamente urbanizzata, ovvero in Via Arcamone angolo con Via Gran Sasso (di fronte all’Ospedale di Foligno).
Detta necessità si è oggi resa indifferibile, a motivo di recenti e ancora attuali comportamenti di alcune persone, comportamenti curiosi e sconsiderati che hanno oggi turbato l’equilibrio che il capriolo si era autonomamente ritagliato all’interno di un boschetto presente in loco, ovvero di quello che per lui, era il suo habitat naturale. Nonostante gli appelli a non avvicinarsi, a non infastidirlo, a non spaventarlo, ma limitarsi semplicemente ad osservarlo da lontano siano rimasti inascoltati, la gente ha iniziato a portargli dapprima dell’erba strappata dal campo, poi della pizza, delle ciotole di crocchette per cani, dell’acqua, fino all’apoteosi di voler tentare di fare delle foto al capriolo con il bambino sopra, come è stato riferito.
La curiosità dell’animale, la sua apparente docilità, ha ulteriormente poi indotto altri ancora ad appostamenti mattutini e notturni, muniti di torce per fotografarlo, filmarlo, con improvvisi e repentini scatti di fuga (imprevedibili da parte dell'animale), con conseguenti lunghi ingorghi del traffico in quella zona, dovuti a curiosi e spettatori, che hanno esposto e stanno esponendo ancor oggi il grazioso animale, a dei concreti e maggiori reali pericoli.
Seppur consapevoli che trattasi di operazione rischiosa per la salute dell’animale (fin’anche alla morte dello stesso in fase di cattura), nostro malgrado ci troviamo costretti a sottoporLe l’indifferibile urgenza, di una sua cattura con successiva delocalizzazione in area protetta.
Poiché la Legge aveva assegnato alle Province la competenza e le funzioni in materia faunistica anche per la parte residuale dei possibili danni economici di qualunque natura, derivanti e/o collegati alla fauna selvatica libera/vagante, considerato che attualmente tale funzione è stata ope legis trasferita in capo alle Regioni, si chiede di valutare urgentemente, tale necessità, mettendo in sicurezza la circolazione stradale e il possibile rischio d’investimento con ferimento e/o morte dell’animale, rischio ora divenuto attuale, maggiore e altamente probabile a causa dei segnalati comportamenti della gente già sopra descritti.
Poiché la gestione della fauna selvatica compete unicamente ed in esclusiva a questo Ente che ha il dovere, prima che l’obbligo, di tutelare per quanto possibile la salute e gestire la presenza di fauna selvatica protetta, che si trovi in condizioni di difficoltà, in pericolo ecc., si segnala quanto sopra, al fine di una valutazione finalizzata ad attivare le necessarie e doverose iniziative, volte alla tutela dell’animale e all’eliminazione dei pericoli per la circolazione stradale.
Poiché per la cattura e sedazione dell’animale, sarà necessaria la presenza di un veterinario appositamente addestrato, dotato e attrezzato con specifici mezzi e medicinali, se ne segnala per diretta conoscenza la presenza a Pisa e a Roma, qualora dovesse occorrere.
Poiché l’autorizzazione alla cattura, detenzione, spostamento sono di vostra competenza, anche al fine di agevolare le operazioni/autorizzazioni di cui sopra, segnaliamo la disponibilità delle nostre Guardie ad assistere, agevolare, collaborare con vostro personale e/o persone autorizzate, durante la fase della cattura, se ritenuto opportuno e/o necessario.
Ribadendo l’urgenza di tale delocalizzazione, a motivo dell’imminente reale pericolo potenziale per la vita dell’animale e della sicurezza stradale, si segnala quanto sopra per le determinazioni del caso, rimanendo a vostra disposizione per eventuali ipotetiche forme di assistenza/collaborazione.

Presidente WWF Perugia
Sauro Presenzini

--------------------------------

---------------------------------------

Foligno, amianto e fusti contenenti liquido inquinante gettati nel terreno. Una vera e propria bomba ecologica vicino a due corsi d’acqua.

Superlavoro delle Guardie Ecologiche del WWF, che dopo l’accorpamento del CFS ai Carabinieri, e lo smantellamento e soppressione della Polizia Provinciale si ritrovano costante oggetto di segnalazioni da verificare.
Quello che le Guardie Ambientali del WWF hanno rivenuto poche ore fa, alla prima periferia di Foligno, supera ogni immagina...zione, decine e decine di lastra di Eternit (lastre contenenti amianto) in cattivo stato di conservazione, decine di pneumatici abbandonati in mezzo alla vegetazione, frigoriferi e rifiuti ingombranti, demolizioni in laterizio, montagne di rifiuti provenienti da attività artigianali e commerciali e ultimi, ma solo in ordine di tempo 4 fusti da 2 quintali pieni di una sostanza oleosa che a prima vista dovrebbero essere olio esausto.
Fusti che non sono ben sigillati, visto che lasciano filtrare il loro contenuto sul terreno, con ipotetico quanto probabile inquinamento da percolazione di sostanza inquinante nella sottostante falda d’acqua li affiorante e superficiale.
Poiché sono stati scaricati dallo stesso camion, è probabile che trattasi di olio di isolamento di qualche trasformatore elettrico, visto che i fusti sono in terra in mezzo ad una montagna di guaine di cavi elettrici di grosse dimensioni, idonei ed indicativi dell’uso industriale di cui sopra. Gli ignoti attentatori dell’ambiente, si sono ben premurati con una mola abrasiva di cancellare sia l’indirizzo di consegna dei fusti, ovvero il nominativo stampigliato sulla parte superiore del fusto cancellando anche i numeri identificativi dei fusti, hanno però trascurato un prezioso particolare, che potrà portare con facilità all’individuazione dei responsabili del criminale comportamento.
In questi minuti, è stata allertata sia L’Arpa di Foligno che il Corpo Forestale dello Stato, con contestuale segnalazione alla Procura della Repubblica di Spoleto e all’Ufficio Ambiente del Comune di Foligno ,al fine sia di avviare le necessarie indagini ed emettere le ordinanze di sgombero a carico del proprietario del terreno.
Nel caso si possa risalire alla mano criminale (come sembra), il responsabile rischia di pagare decine di migliaia di euro tra spese di processo, avvocati e maxi multa, oltre ovviamente alla bonifica dello stato dei luoghi.

---------------------------------------------------

Sentenza Corte Costituzionale. Diffida alla regione Umbria e ATC ad adempiere.

Spett.le
Ambito territoriale di caccia Perugia 1(Atc)
Via del Nestore 1/bis
06135 Ponte San Giovanni (PG)
[email protected]

Spett.le
Ambito Territoriale di Caccia Perugia 2 (Atc)
Via dei Mille, 37
06034 Foligno (PG)
[email protected]

Spett.le
Ambito Territoriale di Caccia n° 3 Ternano - Orvietano (Atc)
Via Guglielmi, 59
05100 Terni (TR)
[email protected]

Spett.le
Regione Umbria
Direzione regionale Agricoltura, ambiente, energia, cultura, beni culturali e spettacolo
Sezione Organizzazione attività venatoria
Via Mario Angeloni, 61
06124 Perugia
alla c.a. della Gent.ma Assessore
alla c.a. dell’Egr. dott. For. Francesco Grohmann
alla c.a. dell’Egr.dott. Umberto Sergiacomi

[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]

Spett.le
Provincia di Terni
Nucleo Fauna e Foreste
Viale della Stazione, 1
05100 Terni (TR)
[email protected]

Spett.le
Provincia di Perugia
Corpo Polizia Provinciale
Piazza Italia ,11
06121 Perugia (PG)
servizio. [email protected]

Spett.le
Coordinamento Regionale C.F.S. per l’Umbria
Via Fontivegge Snc
06124 Perugia (PG)
[email protected]

Spett.le
Comando Provinciale del C.F.S. - Terni
Viale Bramante n. 1
05100 Terni (TR)
[email protected]

e p.c.
Spett.le
Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione Generale per la protezione della natura e del mare (PNM)
Via Cristoforo Colombo, n. 44
00147 Roma (RM)
[email protected]
[email protected]
[email protected]

OGGETTO: istanza di adeguamento della legge regionale Umbria 11 febbraio 1992, n. 157 e s.m.i. alla legge statale 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), a fronte della sentenza costituzionale n. 139/2017.

In merito a quanto disposto dalla Ill.ma Corte costituzionale, con sentenza 14 giugno 2017 n. 139 (Presidente Grossi, Redattore Lattanzi), il WWF OA (Organizzazione Aggregata) Provincia di Perugia (C.F: 94157560544), con sede in 06124 Perugia Via XX Settembre n.134, costituita ai sensi dell’art. 21 dello Statuto del “WWF Italia Onlus”, in persona del Presidente p.t., Sauro Presenzini (C.F.: PRSSRA59P18D653D), nato a Foligno (PG) il 18.09.1959, che si sottoscrive ad ogni effetto di legge, è a riferire quanto segue.
Le disposizioni della legge regionale Liguria 30 dicembre 2015, n. 29, recante «Prime disposizioni per la semplificazione e la crescita relative allo sviluppo economico, alla formazione e lavoro, al trasporto pubblico locale, alla materia ordinamentale, alla cultura, spettacolo, turismo, sanità, programmi regionali di intervento strategico (P.R.I.S.), edilizia, protezione della fauna omeoterma e prelievo venatorio (Collegato alla legge di stabilità 2016)», di cui agli artt. 88, 89, comma 1, 92 e 93, impugnate dal Presidente del Consiglio dei Ministri, per conflitto di competenza, in riferimento all'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, modificano o sostituiscono alcune norme in tema di caccia della legge della Regione Liguria 1° luglio 1994, n. 29 (Norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio).
Orbene, in punto di diritto, l’Emerita Corte Costituzionale dichiara che: “Pur costituendo la caccia materia affidata alla competenza legislativa residuale della Regione ai sensi dell'art. 117, quarto comma, Cost., è tuttavia necessario, in base all'art. 117, secondo comma, lettera s), Cost., che la legislazione regionale rispetti la normativa statale adottata in tema di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, ove essa esprima regole minime uniformi (ex plurimis, sentenze n. 2 del 2015, n. 278 del 2012, n. 151 del 2011 e n. 315 del 2010).
Quando tali regole sono contenute nella legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), che in larga parte le racchiude, la normativa regionale in contrasto con le corrispondenti disposizioni statali invade la sfera di competenza legislativa dello Stato ed è perciò costituzionalmente illegittima”.
Le citate norme regionali sono state quindi legittimamente impugnate per conflitto con specifiche norme della legge n. 157 del 1992, e, conseguentemente, per la violazione dell'art. 117, secondo comma, lettera s), Cost., che dispone il riparto delle competenze tra Stato e Regione in materia di caccia.
Passando all’esame della pronuncia costituzionale:
1) “L'art. 88 determina direttamente l'arco temporale durante il quale sono permessi l'addestramento e l'allenamento dei cani da caccia.
Gli artt. 10 e 18 della legge n. 157 del 1992 prevedono invece che tale arco temporale debba essere stabilito nel piano faunistico-venatorio, con conseguente divieto di ricorrere a una legge-provvedimento (sentenza n. 193 del 2013). Questa prescrizione assicura garanzie procedimentali per un giusto equilibrio tra i vari interessi in gioco, da soddisfare anche attraverso l'acquisizione di pareri tecnici. Essa perciò esprime una inderogabile regola di tutela ambientale alla quale la norma impugnata illegittimamente si è sottratta.
È assorbito l'ulteriore profilo di censura relativo alla individuazione del termine per l'addestramento e l'allenamento dei cani da caccia, che cadrebbe in un periodo durante il quale l'attività venatoria è vietata”.
2) “L'art. 89, comma 1, permette che, a certe condizioni e nel rispetto del limite di quindici giornate per stagione venatoria, la caccia sia esercitata in altra forma rispetto a quella per la quale si è optato.
L'art. 12 della legge n. 157 del 1992 prevede, invece, che la caccia sia praticata «in via esclusiva» in una delle seguenti tre forme: vagante in zona Alpi; da appostamento fisso; nella altre forme consentite dalla legge e praticate nel rimanente territorio destinato all'attività venatoria programmata.
Questa Corte ha già ritenuto che la norma statale, in quanto volta «ad assicurare la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili», possa essere oggetto di integrazione da parte della legge regionale «esclusivamente nella direzione dell'innalzamento del livello di tutela» (sentenza n. 116 del 2012; in seguito, sentenza n. 278 del 2012); perciò è evidente che il permettere, sia pure limitatamente, una forma di caccia diversa da quella per cui si è optato in via generale non opera in questa direzione ed è pertanto costituzionalmente illegittimo”.
3) “L'art. 92 deve considerarsi impugnato con esclusivo riferimento alla sostituzione del comma 9 dell'art. 35 della legge regionale n. 29 del 1994, che è l'unica porzione normativa alla quale è dedicata la motivazione del ricorso. La norma permette, tra l'altro, ai conduttori di cani da caccia di recuperare i capi feriti, facendo uso delle armi, «anche fuori degli orari previsti per la caccia e nelle giornate di silenzio venatorio».
Ai sensi dell'art. 12, commi 2 e 3, della legge n. 157 del 1992, l'abbattimento e la cattura della fauna selvatica con l'uso delle armi costituiscono esercizio venatorio; inoltre l'art. 21, comma 1, lettera g), della legge n. 157 del 1992 vieta il trasporto di armi da sparo per uso venatorio che non siano scariche e in custodia «nei giorni non consentiti per l'esercizio venatorio». Viene così formulata l'inderogabile regola che, quando l'esercizio venatorio è precluso, esclude l'introduzione di armi in forme potenzialmente idonee all'uso. Tale regola appartiene alla competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente (sentenza n. 2 del 2015), sicché la norma impugnata, che vi deroga, è costituzionalmente illegittima”.
4) “L'art. 93 deve ritenersi impugnato con esclusivo riferimento alla sostituzione del comma 2 dell'art. 36 della legge regionale n. 29 del 1994, che è l'unica porzione normativa che forma oggetto della motivazione del ricorso.
Le questioni di legittimità costituzionale sono due.
Con la prima la norma è impugnata nella parte in cui, «oltre alle azioni di controllo esercitate con metodi ecologici», prevede «piani di abbattimento» della fauna selvatica «da realizzarsi tenendo conto delle modalità indicate dall'ISPRA».
L'art. 19, comma 2, della legge n. 157 del 1992 stabilisce, invece, una rigida subordinazione dei piani di abbattimento alla preventiva utilizzazione dei metodi ecologici su parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). L'abbattimento è permesso solo se l'ISPRA ha verificato l'inefficacia dei metodi ecologici.
Questa Corte ha già ritenuto che la normativa statale, in quanto preordinata alla preservazione della fauna, è inderogabile da parte della legislazione regionale (sentenza n. 278 del 2012) e ha assegnato particolare valore all'intervento dell'ISPRA, allo scopo di garantire l'osservanza di livelli minimi e uniformi di protezione ambientale (sentenza n. 107 del 2014).
La norma impugnata non assicura la priorità del metodo ecologico rispetto al piano di abbattimento, parificando invece l'uno e l'altro strumento, senza fare riferimento alle verifiche demandate all'ISPRA. Né vale in senso contrario la previsione che il piano di abbattimento deve tenere conto delle modalità indicate dall'ISPRA, sia perché queste indicazioni sono inerenti all'abbattimento, che non è subordinato all'accertamento, da parte dell'ISPRA, dell'inefficacia del metodo ecologico, sia perché non ne è assicurata neppure la natura vincolante. Del resto, la formulazione originaria dell'art. 36, comma 2, della legge regionale n. 29 del 1994 era riproduttiva dell'art. 19, comma 2, della legge n. 157 del 1992, sicché la modifica testuale è evidentemente finalizzata a modificare il contenuto precettivo della disposizione, e ha obiettivamente questo effetto costituzionalmente illegittimo.
5) La seconda questione di legittimità costituzionale investe la norma impugnata, nella parte in cui consente l'attuazione dei piani di abbattimento anche da parte di cacciatori riuniti in squadre validamente costituite e di cacciatori in possesso della qualifica di coadiutore al controllo faunistico o di selecontrollore.
L'art. 19, comma 2, della legge n. 157 del 1992, invece, non permette ai cacciatori di prendere parte all'abbattimento, a meno che non siano proprietari o conduttori del fondo sul quale si attua il piano.
Questa Corte ha già ritenuto che l'elenco contenuto nella norma statale, con riguardo alle persone abilitate all'attività in questione, è tassativo, e che una sua integrazione da parte della legge regionale riduce il livello minimo e uniforme di tutela dell'ambiente (sentenze n. 107 del 2014 e n. 392 del 2005; ordinanza n. 44 del 2012). Ne segue l'illegittimità costituzionale della norma oggetto di censura”.
Pertanto, la Corte Costituzionale:
“1) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 88 della legge della Regione Liguria 30 dicembre 2015, n. 29, recante «Prime disposizioni per la semplificazione e la crescita relative allo sviluppo economico, alla formazione e lavoro, al trasporto pubblico locale, alla materia ordinamentale, alla cultura, spettacolo, turismo, sanità, programmi regionali di intervento strategico (P.R.I.S.), edilizia, protezione della fauna omeoterma e prelievo venatorio (Collegato alla legge di stabilità 2016)», che ha aggiunto il comma 8-bis all'art. 16 della legge della Regione Liguria 1° luglio 1994, n. 29 (Norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio);
2) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 89, comma 1, della legge della Regione Liguria n. 29 del 2015, che ha inserito il comma 1-bis nell'art. 18 della legge della Regione Liguria n. 29 del 1994;
3) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 92 della legge della Regione Liguria n. 29 del 2015, nella parte in cui, sostituendo l'art. 35, comma 9, della legge della Regione Liguria n. 29 del 1994, consente il recupero dei capi feriti con le armi anche fuori degli orari previsti per la caccia e nelle giornate di silenzio venatorio;
4) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 93 della legge della Regione Liguria n. 29 del 2015, nella parte in cui, sostituendo l'art. 36, comma 2, della legge della Regione Liguria n. 29 del 1994, consente di ricorrere ai piani di abbattimento della fauna selvatica anche quando l'ISPRA non abbia preventivamente verificato l'inefficacia dei metodi ecologici;
5) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 93 della legge della Regione Liguria n. 29 del 2015, nella parte in cui, sostituendo l'art. 36, comma 2, della legge della Regione Liguria n. 29 del 1994, consente l'attuazione dei piani di abbattimento da parte di «cacciatori riuniti in squadre validamente costituite, nonché cacciatori in possesso della qualifica di coadiutore al controllo faunistico o di selecontrollore»”.
Fermo quanto sopra, anche la legge regionale Umbria 17 maggio 1994, n.14 e s.m.i., recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, prevede le stesse norme della legge regionale Liguria, incompatibili con le rispettive norme della legge statale.
È principio consolidato che: “solo la diretta incompatibilità delle norme regionali con i sopravvenuti principi e norme fondamentali può determinare, ai sensi dell’art. 10, comma 1, l. 10 febbraio 1953, n. 62, l’abrogazione delle prime” (cfr.: Corte cost., sent. n. 482 del 1995, punto 8 del CID, in questa Rivista 1996, 485; tra le varie pronunce in materia di delegificazione statale e competenze regionali si veda anche la sent. n. 408 del 1998, punto 27 del CID, laddove la Corte ha escluso che al comma 7 dell’art. 20 della legge n. 59 del 1997, fosse attribuibile “un significato che riguardi o comprenda l’attitudine di future norme regolamentari statali a disciplinare materie di competenza regionale”) e che tale concetto è stato più volte ribadito anche successivamente, e in modo particolarmente efficace, nella sentenza n. 376 del 2002, la quale ha evidenziato, da un lato, come la delegificazione possa riguardare solo le disposizioni di leggi statali che, nelle materie regionali, già avessero carattere di norme di dettaglio cedevoli la cui efficacia si esplicava nell’assenza di legislazione regionale, ovvero le disposizioni di leggi statali regolanti oggetti a qualsiasi titolo attribuiti alla competenza dello Stato.
Contrariamente a quanto assunto nella nota della Regione Umbria a firma del Dirigente Regionale, Dott. Francesco Grohmann (doc. 1), siffatta fattispecie, da una lettura attenta della citata sentenza, ricorre nel caso di specie, poiché le norme statali, contenenti la disciplina di dettaglio “cedevole”, prevalgono sulle norme regionali incompatibili. Come, infatti, ribadito dalla stessa Corte Costituzionale, la legge statale 11 febbraio 1992, n. 157 è volta «ad assicurare la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili» e, al più, può essere oggetto di integrazione da parte delle norme regionali “esclusivamente nella direzione dell'innalzamento del livello di tutela”, non certo di un suo affievolimento, e “che in larga parte le racchiude”, quale normativa di dettaglio, già esaustiva.
Ad ogni buon conto, ferma la valutazione di incostituzionalità contenuta nella sentenza del giudice delle leggi n. 139 del 23 maggio 2017 (relativa ad una legge, analoga in materia di caccia di altra Regione), nelle more di una eventuale espressa dichiarazione d’incostituzionalità, che travolga anche le norme della rispettiva legge regionale umbra, per i motivi sopra emarginati, si chiede alla Regione Umbria, in persona del Presidente p.t. e dell’Assessore alla qualità del territorio e del patrimonio agricolo, paesaggistico, ambientale della Regione Umbria, signora Fernanda Cecchini, di adeguare le norme della legge regionale Umbria 17 maggio 1994, n. 14 e s.m.i., recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, alle corrispondenti disposizioni statali, per quanto invadenti la sfera di competenza legislativa propria dello Stato, anche mediante loro espressa abrogazione, poiché già la legge statale di settore racchiude tale normativa regionale di dettaglio.
Conseguentemente, si chiede alle Autorità indirizzo, Tutte, di garantire il rispetto e l’applicazione della normativa di dettaglio statale, con prevalenza su quella regionale.
Quanto sopra, al fine di garantire un’uniforme corretta interpretazione e applicazione della normativa a tutela della fauna e del prelievo venatorio su tutto il territorio statale e regionale, anche al fine di scongiurare disparità di trattamento tra i cittadini delle diverse Regioni, nel contestare i reati di caccia; quale l’illecito del cacciare “in epoca di divieto”, che implica sia il reato di “Caccia in epoca di divieto” sia il “Porto abusivo d'arma”.
In attesa di riscontro, rimanendo a disposizione per tutto quant’occorra, porgiamo distinti saluti.

All.to c.s.
WWF OA (Organizzazione Aggregata) Provincia di Perugia
il Presidente Sauro Presenzini

Avv. Valeria Passeri

----------------------------------------

-------------------------------------------------------------

-------------------------------------

-------------------------------------------------

Foligno, IL CAVALLO DELLA QUINTANA, ...E' OGGI MORTO!!!!

Morto e vittima incolpevole “di un gioco, un divertimento” (seppur bello e affascinante) … è, di nuovo, il cavallo.

A memoria d’uomo, tanto a Foligno che nel resto d'Italia, non si ricorda un incidente, un VERO incidente, come quello occorso qualche anno fa ad un altro cavallo di Giostra, che finì infilzato a mo’ di spiedino, su una bandierina.

Un evento, imprevedibile, imprevisto e inimmaginabile, e fu vera, tragica fatalità.

Ecco, sicuramente quell'evento, UNICO nel suo genere, può essere considerato e catalogato come un incidente, VERO!!!

Quando si parla invece, delle troppe numerose morti di cavalli, sia durante la giostra, che durante le prove, (perché nelle morti vanno contate anche quelle meno appariscenti), troppo frettolosamente e per sgravarsi la coscienza in pubblico, questi fatti (a volta sottaciuti), vengono etichettati e catalogati come tragici incidenti, fatalità, morte da evitare, ma così non è!!!

Certo, indubbiamente sono finiti i tempi in cui a causa di una pista malandata a Foligno, ogni 3x2 i cavalli morivano o venivano abbattuti con eccessiva frequenza, la Quintana giustamente allora decise d’investire in sicurezza (riprogettando una pista adeguata), ma anche in trasparenza (con le prove antidoping casuali e al cavallo vincitore).

Ora seppur lo sforzo per eliminare quello che era eliminabile è stato fatto, si presenta un problema collegato, diciamo così un effetto collaterale, la pista!

Questa pista, consente oggi di abbassare notevolmente e ulteriormente i tempi del percorso al galoppo e ai cavalli conseguentemente, …si chiede di più, si chiede troppo, è inutile negarlo!

I cavalli, seppur amati, vezzeggiati, coccolati, protetti, accuditi dai rionali, oggi tornano di nuovo a morire, vittime incolpevoli di una gara che non prevede seconde posizioni e “…al più bravo tra i bravi…” verrà data gloria, onore …e migliaia di euro di premio, inutile far finta di no, … altro stimolo a correre, ad essere primi!

Una soluzione possibile, potrebbe ad esempio essere quella di non conteggiare nelle prime due tornate i tempi, magari introducendo altri penalità o difficoltà, comunque consci che seppur questo, consentisse statisticamente e ragionevolmente di abbattere il numero dei “cosiddetti incidenti”, il rischio zero con competizioni che prevedono l’uso di animali non esiste.

E’ auspicabile quindi, che una soluzione RAPIDA e praticabile, possa essere trovata all’interno della Quintana (come giusto che sia), altrimenti questa finta maschera di costernazione e ipocrisia, dovrà di nuovo essere tenuta pronta …per il “prossimo tragico incidente”.

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia
(Quintanaro storico “DOP”)

---------------------------------------------------------------

SENTENZA "TRAGICA" PER IL MONDO VENATORIO.
LA CORTE COSTITUZIONALE DICHIARA ILLEGITTIMA LA POSSIBILITA' DI SPARARE OGGI A CINGHIALI, CAPRIOLI, VOLPI, ISTRICI.

La Corte Costituzionale con la sentenza n° 139 del 23 maggio 2017, su ricorso del, WWF, LAC, LAV, LIPU, ENPA, ha dichiarato incostituzionale la parte della legge regionale Liguria, che prevedeva la possibilità di deroghe, la Corte le ha bollate come illegittime, in quanto non previste dalla Legge 157/92 sulla caccia. Di fatto, viene oggi annullata in sol colpo e preclusa la possibilità da parte di Regioni e ATC, di derogare la normativa, che prevedeva ed ancora oggi prevede che in caso di proliferazione eccessiva di alcune specie selvatiche (cinghiali, caprioli, volpi, istrici, storni, cornacchie ecc.) siano solo ed esclusivamente gli agenti di Pubblica sicurezza e/o di Polizia Giudiziaria, ex CFS, Polizia Provinciale e comunque la forza pubblica ad effettuare il contenimento, …e nessun altro!! Infatti la ratio della norma è chiara nel suo intento, evitare che in maniera surrettizia si possa cacciare e sparare a caccia chiusa in ogni luogo, in ogni tempo, ad ogni specie da parte dei cacciatori, che per il tramite di associazioni e ATC chiedono e ottengono troppo dalle Regioni, da sempre eccessivamente “sbilanciate” su posizioni filo venatorie, la Corte Costituzionale ha messo la “pietra tombale” sopra a questa possibilità, dichiarando la fine dei giochi, e impedendo la totale deregulation.
Quello che è stato dichiarato incostituzionale dal Giudice delle Leggi, è la possibilità, oggi ampiamente utilizzata a piene mani dagli ATC, di autorizzare in deroga al principio di cui sopra, anche i cacciatori, siano essi singoli o in squadre, sia che si chiamino selecontrollori o siano gli stessi agricoltori che hanno subito o vogliano prevenire il danno, di poter sparare e uccidere la selvaggina ritenuta in eccesso e/o dannosa. Da notare che, ulteriore stortura e forzatura, sono gli stessi cacciatori che effettuano monitoraggi e censimenti, affermando (puntualmente) che la selvaggina è abbondante e quindi si può sparare, insomma è un principio risibile: a guardia del topo, viene messo un gatto.
Nessuna forma di caccia e/o prelievo o comunque la si voglia chiamare: caccia di contenimento; prelievo venatorio; caccia di selezione; essa non può essere autorizzata e praticata fuori dai tempi, dai luoghi, nemmeno da soggetti abilitati, ovvero i cosidetti “selecontrollori”,
Il WWF ha immediatamente attivato l’Avv. Valeria Passeri del WWF di Perugia, affinchè provveda a diffidare gli ATC, ad ulteriormente utilizzare questo modo illegittimo (e quindi illegale) di uccisione di animali, sia la Regione Umbria e ovviamente, l’Assessore Cecchini con delega alla caccia, affinchè revochi e/o annulli quanto ad oggi autorizzato e si conformi immediatamente alle disposizione di Legge, oggi dichiarate illegittime dalla Consulta.
In difetto di un pronto adempimento, non potranno che trovare applicazione le norme vigenti, riaffermate e meglio precisate dalla Corte, e quindi tutti i soggetti oggi trovati in possesso di armi utilizzate per la caccia, non potranno che essere obbligatoriamente denunciati all’Autorità Giudiziaria competente, per il duplice reato di caccia in epoca di divieto e porto abusivo d’arma.
Ovvero oggi l’unico modo certo, per smettere immediatamente e definitivamente di andare a caccia, con il sequestro di tutte le armi possedute, oltre a una denuncia penale a carico.

Sauro Presenzini
Coordinatore Regionale
Guardie Giurate WWF Umbria

-------------------------------------------------

---------------------------------------------------

Biodigestore di Foligno. E’ ora che tutti sappiano!

Dopo le assemblee pubbliche organizzate dal WWF e dai comitati spontanei, dopo le audizioni effettuate in Comune, ove sono stati ascoltati: Sindaco, ATI 3, Vus, associazioni ambientaliste e comitati, dopo le evidenti difficoltà della politica con tardiva ammissione di errori comunicativi da parte dello stesso Sindaco e soprattutto, dopo le inutili riunioni informative riparatorie ecco che finalmente si riesce a scorgere la verità e le criticità finora sottaciute.
Un dettagliatissimo e rigorosamente documentato dossier, è stato redatto dal gruppo di studio del WWF e spedito ai Sindaci e consiglieri dei 22 Comuni dell’ATI 3, nonché al Consiglio Regionale e ai consiglieri regionali dell’Umbria.
Di seguito se ne riportano in pillole soltanto le parti maggiormente critiche:

-Il finanziamento europeo di Euro 3.123.000 destinato al riammodernamento dell’attuale impianto di Casone, per la produzione di compost di qualità, serviva anche a chiudere il ciclo dei rifiuti localmente (per il bacino dell’ATI 3) eliminando tra l’altro sia i problemi odorigeni che i limiti impiantistici;
Il ciclo dei rifiuti si sarebbe concluso e chiuso in loco senza necessità futura, di conferire immondizia in discarica e senza incenerire rifiuti, producendo un compost di qualità (in maniera aerobica) richiestissimo dal mercato, ed evitando, aspetto non certamente secondario, di utilizzare la chimica di sintesi in agricoltura per fertilizzare le nostre produzioni agricole di qualità, olio, vino, ortaggi ecc. La chiusura del ciclo dei rifiuti è attualmente presente il loco, ed anche finanziata;

-L’impianto di biodigestione progettato, ha una capacità di trattamento dei rifiuti quasi tripla rispetto alle necessità locali, ovvero ha una capacità di lavorazione pari a 53.500 ton./anno rispetto all’attuale raccolta che si attesta a circa 16-17.000 ton./anno. La ditta che gestirà l’impianto, totalmente autonoma anche dal punto di vista commerciale, potrà reperire (come ovvio che sia, essendo una Spa) i rifiuti sul libero mercato al miglior prezzo di conferimento.
I rifiuti nell’immediato, potrebbero arrivare da Toscana e Marche, Regioni già indicate come “candidate” da Asja Spa. Tenuto conto dell’emergenza ormai trentennale dei rifiuti in Italia, se ad esempio la Campania o la Calabria pagassero per il conferimento nell’impianto di Casone un prezzo maggiore, …voi cosa pensate, da dove arriveranno i rifiuti a Foligno?

-Un traffico di rifiuti incontrollabile, Foligno trasformata nella pattumiera dell’Italia centrale (se va bene), migliaia di camion in entrata e in uscita da questo impianto, strade sbriciolate anzitempo, rischio incidenti, inquinamento atmosferico alle stelle e qualità dell’aria ulteriormente compromessa con conseguente maggior frequenza di allarmi delle centraline e blocco del traffico cittadino;

-L’indagine GE.SE.NU. sui rifiuti, le interdittive antimafia del Prefetto hanno dimostrato che per decenni si trafficava illecitamente sui rifiuti, senza che nessuno vedesse o sapesse.
Senza che nessuno abbia controllato o sospettato, senza che la politica sia intervenuta per risolvere il nodo cruciale della lucrosa ed opaca vicenda rifiuti,…ancor oggi, in tema di rifiuti il controllore controlla se stesso!!!

-Deprezzamento dei terreni e degli edificati circostanti, chi investirebbe mai nei pressi di un “mostro impiantistico” classificato dalla Legge come Industria Insalubre di I° Classe?

-Deprezzamento e/o compromissione dell’immagine delle attività agrituristiche e produzioni agricole di pregio Olio di Trevi, Sagrantino di Montefalco, ecc.
Attualmente il biometano prodotto dalla Frazione Organica Umida dei rifiuti, non ha possibilità di essere immesso in rete a causa di un vuoto normativo perdurante ormai da anni, ovvero l’assenza di una legge e di un disciplinare per il suo utilizzo. Altre migliaia di camion si aggiungeranno a quelli dei rifiuti per il trasporto su carri bombolai, per la vendita di gas per autotrazione, ed altri ancora per il trasporto di compost che stranamente (e ci sarebbe da domandarsi perché) verrà regalato agli agricoltori.
Voi avete mai visto una Società per Azioni che, si trasforma in un Opera Pia e regala in quantità industriale, un fertilizzante, che ha un valore di mercato? Ma questo ci sarà spiegato dalle analisi merceologiche alla fine del processo industriale, …come mai già lo prevedono in anticipo? Forse perchè la qualità del compost non ne consentirà la commercializzazione??? Dunque per evitare che torni di nuovo rifiuto da rigettare in discarica, …con i relativi costi (e diminuzione degli utili) si preferisce regalarlo??? Non lo sappiamo, ma vedremo!!!

-Perché ad una Ditta privata di autospurgo che trasporta liquami, quando scarica nel depuratore comunale, viene praticato un prezzo di mercato minimo di 34 euro a metro cubo, mentre alla Ditta Asja che gestirà l’impianto, viene riservato e concesso un prezzo di favore, ovvero di scaricare nel depuratore a 15 euro a metro cubo? Non è forse una scorrettezza commerciale e una disparità di trattamento tra privati?

-Perché in una prevista compensazione ambientale a favore del Comune e quindi della collettività, la cifra che poteva essere individuata da 1 a 3 euro a tonnellata conferita, è stata immotivatamente stabilità la cifra minima di compensazione, di 1 euro?

-Perché La Vus e Ati 3, concedono ad Asja Spa, tutti i diritti di superficie, comprese le servitù, il canone d’affitto, ivi comprese le opere tecnologiche di reti gas, elettrodotti, impianti esistenti ecc. per un’area industriale di oltre 3 ettari, ad un canone annuale ridicolo/irrisorio di 37.500 euro annuo, pari a 3.125 euro al mese, … che è il prezzo d’affitto medio di un esercizio commerciale, un bar o negozio al centro di Foligno?

-Perché il Direttore di ATI 3, Avv. Fausto Galilei è allo stesso tempo il firmatario della convenzione/contratto pubblico con Asja Spa, ed è allo stesso tempo il collaudatore individuato da ATI 3 per il collaudo dell’impianto di Asja, pagato dalla stessa Asja Spa? Come si pone, questo apparente conflitto d’interessi, alla luce del codice deontologico dei dipendenti/dirigenti di ATI 3, che prevede la decadenza in caso simili?. Sarà l’A.N.A.C. (Autorità Nazionale Anti Corruzione) a dirimere la vicenda da noi sottoposta per un suo pronunciamento.

-Perché dopo 25 anni d’esercizio dell’attuale impianto di Casone, tra 20 anni (finiti gli incentivi statali per la produzione di biometano) e quindi dopo 45 anni d’attività, Asja Spa dichiara che detto opificio tornerà nella disponibilità e sarà restituito senza alcun onere, vincolo o compensazione, alla parte pubbica senza che essa si sia opportunamente cautelata? Tradotto, questo impianto tra 45 anni sarà da demolire, con enormi costi a carico della collettività per la sua bonifica e smaltimento, rimangiandosi ben oltre le percentuali percepite dalla produzione di metano, attualmente riconosciute al Comune. QUESTA E’ UNA VERA POLPETTA AVVELENATA, una ”cambiale” che sarà posta all’incasso e presentata al pagamento ai cittadini tra vent’anni.

Ecco perché allegramente, si fanno ora scelte politiche miopi e interessate solo al tornaconto elettorale e di consenso, immediati!!!
La politica in sostanza, ha quindi deciso di regalare 3.123.000 di Euro al privato, affinchè possa realizzare il suo impianto privato, utilizzando oltre al suo capitale, anche il contributo pubblico, per la realizzazione di una parte impiantistica funzionale alla produzione di biometano, abbandonando per sempre quindi, la possibilità di produrre compost di qualità a Foligno in maniera aerobica.
Anche se non sono dettagli, forse sono però la parte minore delle problematiche di cui sopra, ma sono comunque sempre presenti anche i rischi derivanti da: possibili incendi, probabili esplosioni, ipotetici sversamenti e inquinamenti sempre statisticamente possibili da parte di questi impianti pericolosi, oltre ai rischi biologici e sanitari.
Rischi controversi e dibattuti, per i quali ogni parte in causa tende a sminuire o a ingigantire la presenza e la pericolosità, in funzione degli interessi in gioco. Forse sarebbe semplicemente opportuno non fare esperimenti sulla popolazione ignara, trattandoli come cavie umane, facendo prevalere in caso d’incertezza, (come in questo caso) il principio di cautela e precauzione.
Le riunioni tardive, le informazioni diffuse dalla stessa Ditta che realizzerà l'impianto a Casone, segnalano e indicano difficoltà e imbarazzi.
RIUNIONI E PARTECIPAZIONE DI FACCIATA DEL TUTTO INUTILE, VISTO CHE IL CITTADINO NULLA POTRA' DECIDERE O MODIFICARE.

Rilasciata la licenza a costruire è prevista l'avvio della costruzione dell'impianto nel mese di Novembre.

Il WWF, annuncia un duplice ricorso al TAR Umbria.

La guerra non è persa, la battaglia è appena iniziata....

------------------------------------------------------------------

I Prefetti di Terni e Perugia, vietino/limitino l’uso delle carabine uso guerra!!!

Gli incidenti di caccia non esistono, sono omicidi colposi, causati da imperizia, negligenza e colpa grave.
Dopo l’episodio di Terni, del cacciatore al cinghiale che spara con carabina uso guerra e colpisce …una scuola da 400 metri, si scatenano le ire del Coordinatore Regionale umbro delle Guardie del WWF Sauro Presenzini che dichiara: “non è il primo episodio e non sarà nemmeno l’ultimo e se il Prefetto e/o il legislatore regionale non porrà dei limiti, modificando la normativa in senso restrittivo , i gravissimi episodi come quello di Terni si riproporranno sistematicamente”. E’ da poca iniziata la stagione della caccia e già si contano morti e feriti, la causa principale è appunto l’uso delle micidiali carabine uso guerra per la caccia al cinghiale e agli ungulati, armi potentissime veramente sproporzionate per l’uso venatorio, armi capaci di abbatterebbero un elefante da una distanza di oltre 2 km. Carabine di uso militare, usualmente usate nel vari conflitti sparsi per il mondo, armi usate dai cecchini, che munite di adeguata ottica, sono micidiali e superprecise a distanza inimmaginabili.Armi ad uso guerra, che hanno una gittata utile di ben oltre 3 km, a seconda del munizionamento usato, carabine ormai di uso comune nelle battute al cinghiale, in mano a dei dilettanti allo sbaraglio, ecco spiegati allora, la lunga sequenza di morti e feriti durante le battute di caccia. Purtroppo però, finiscono colpite anche persone estranee all’attività venatoria: sportivi, cercatori di funghi, escursionisti, amanti dell’aria aperta. La legge nazionale vieta l’uso delle armi a canna rigata, appunto le carabine, ad una distanza di sicurezza corrispondente ad una volta e mezzo la gittata massima dell’arma, che tradotto in termini pratici altro non significa, che una carabina utilizzata per la caccia al cinghiale con adeguato munizionamento, vedrà il proiettile esploso, “vagare” per una distanza/gittata utile massima, anche di 4 km. Di conseguenza, la distanza di sicurezza minima per l’utilizzo di queste armi diventa quindi di 6 km. La domanda che Presenzini rivolge al pubblico, alle Istituzioni, al Legislatore regionale, sorge spontanea: “ certificato quanto sopra, ed essendo evidente che il proiettile sparato da una carabina potrà vagare nell’aria per lunghissime distanze (come dimostrato dall’episodio di Terni e dagli innumerevoli cosiddetti “incidenti di caccia”) , dov’è quel luogo in Italia, che nel raggio di 6 Km non veda la presenza di strade, case, ferrovie, vie di comunicazioni ecc., che consenta quindi di utilizzare tali armi in tutta sicurezza???” Il gioco della caccia, (perché la caccia come ormai tutti sanno, ovviamente non è uno sport), può essere praticato, mettendo a repentaglio la sicurezza pubblica? Il Coordinatore delle Guardie Ambientali/Venatorie del WWF , chiede al Prefetto di Terni e di Perugia, d’intervenire nell’immediatezza, emettendo un’Ordinanza Prefettizia che imponga di utilizzare tali armi solo in condizioni di sicurezza, ovvero di condizionarne l’uso, esclusivamente da posizioni e/o postazioni sopraelevate (e quindi, …mai da terra) in maniera tale che l’esplosione del colpo veda sempre una traiettoria del proiettile dall’alto verso il basso, che immancabilmente vedrà scaricare la sua energia a terra e mai vagare in aria per una distanza di km…nella speranza che non colpisca qualcuno o qualcosa. Non è infrequente, durante i controlli venatori imbattersi in novelli “Rambo” che hanno in uso i fucili Kalasnikov con caricatore per 20-30 colpi, opportunamente demilitarizzati (ovvero privati del meccanismo che consente di sparare a raffica), che senza generalizzare, indicano però uno stato mentale e d’approccio, distorto verso la caccia. I cosiddetti “incidenti di caccia” non esistono, piuttosto trattasi di OMICIDI COLPOSI causati da imperizia, negligenza e colpa grave, durante l’utilizzo sconsiderato di armi, la cui potenza di fuoco mal si concilia con un attività civile esercitata, non sempre delicatamente, in mezzo a dei civili. L’Assessore Cecchini con delega alla Caccia, provveda con urgenza (come già fatto nelle oltre 40 modifiche normative già effettuate nel corso degli anni) a recepire norme di buon senso oltre che di sicurezza, se non vuole sentirsi moralmente responsabile, di futuri quanto probabili “incidenti” con morti e feriti per questo macabro gioco.

Sauro Presenzini
(Coordinatore Regionale Guardie Ambientali/Venatorie del WWF)

---------------------------------------

PREAPERTURA CACCIA 2016 A PERUGIA

Nei tre giorni di preapertura della caccia, le nostre Guardie Venatorie hanno elevato tre sanzioni e un sequestro di fucile nella provincia di Perugia.

Nel frattempo in Toscana il 1 settembre, giorno di preapertura, un raro ibis eremita e' stato ucciso. Il 90% degli uccelli migratori rischia l’estinzione e 1.324 delle 1.451 specie di uccelli migratori hanno una protezione inadeguata, sono infatti poche le aree protette lungo le rotte migratorie.

--------------------------------------------

----------------------------------------------------

FOLIGNO: PATTUMIERA DELL'ITALIA CENTRALE !??

Comitato Ina Casa/Sassovivo, Comitato legalità e salute di S. Eraclio, WWF Perugia, Comitato spontaneo di Sterpete, per il NO alla costruzione del Biodigestore a Foligno.

Un "impianto/mostro" classificato dalla Legge, come Industria Insalubre di I° classe a rischio rilevante d’incidente.

Tu sai che hanno intenzione di costruire un biodigestore a Foligno?

Sai perché verrà costruito, grande più del doppio rispetto alle necessità locali?

Ti hanno informato che sarà necessario far arrivare e trasportare i rifiuti da fuori regione?

Sapevi nulla del rischio batteriologico, d'inquinamento delle falde acquifere, dei terreni e del rischio d'incendio e d’esplosione?

Ti hanno avvertito che ci saranno migliaia di camion di rifiuti in entrata e uscita dall’impianto, per alimentare il biodigestore?

Chi controllerà la provenienza dei rifiuti, la loro pericolosità e quantità che arriveranno nell'impianto? Gesenu e l'interdittiva antimafia, forse dovrebbero insegnare qualcosa!!!

Qual'è l’affare economico che si cela dietro, chi ci guadagna e chi ci perde?

Ma la vera domanda da porsi è: perché mai Comune di Foligno, Vus, ATI3 ed Asja Spa, non hanno ritenuto opportuno informare, ascoltare preventivamente le comunità interessate?

Forse perchè una popolazione informata, potrebbe impedire l’affare e uccidere "la gallina dalle uova d’oro”!!?

Durante la serata, verrà spiegato dal Presidente del WWF di Perugia Sauro Presenzini la soluzione l’alternativa alla costruzione di questo pericoloso impianto.

Se ne vuoi sapere di più, se sei interessato a formulare domande a fugare dubbi, a confrontarti per capire, partecipa alla prima assemblea pubblica a Sterpete il giorno 19 agosto ore 21.00 presso la sala parrocchiale.
Per informazioni 333-7538197 391-4100858
Partecipate muniti di documento di riconoscimento, per poter firmare la petizione!

Un’industria insalubre di 1° classe, nonché impianto a rischio di incidente rilevante.

Il bio-digestore di Casone, voluto dal Comune di Foligno senza ascoltare informare, partecipare, i cittadini/sudditi sui rischi.
Secondo il WWF, un’enorme speculazione economica seppur legittima, da parte di un privato che vede la Ditta Asja Spa come asso-pigliatutto in qualità di socio di maggioranza all’80%, che tra 20 anni, (finiti gli incentivi statali), con ogni probabilità abbandonerà la “scatola vuota”, perché la gallina dalle uova d’oro sarà morta!!!

Nessun imprenditore “sano di mente” farebbe enormi investimenti economici in questo settore, -rincara la dose Sauro Presenzini Presidente del WWF,- senza gli attuali forti aiuti di Stato, che oggi e per 20 anni riconosceranno -come da contratto-, generosi incentivi alla estrazione di biometano dai rifiuti.
Intanto per cominciare, è sbagliato l’approccio politico amministrativo al problema, perché sarebbe stato corretto e trasparente che i cittadini fossero stati informati compiutamente prima di metterli di fronte al fatto realizzato, informandoli sia dei pro che dei contro, verso un’ingombrante e “pericolosa” scelta impiantistica e ciò che essa comporta.

Si tratta di un’enorme problema sanitario, ambientale, che vede intanto in prima battuta un reale deprezzamento dei terreni, delle case e della zona agricola circostante, almeno per un raggio di 1 km, ma non solo, la presenza di questa nuova Industria Insalubre di I° classe -così classificata dalle Leggi sanitarie- prevede la manipolazione e il trattamento biologico dei rifiuti attraverso lo sviluppo di batteri potenzialmente pericolosi. I possibili effetti sull’ambiente rischiano fortemente di danneggiare, anche dal punto di vista dell’immagine, la rinomata e conosciuta zona di produzione dell’olio di Trevi e di Spello e la produzione del Sagrantino, oltre la possibilità di rischio sanitario serio-grave, attraverso un non corretto spandimento di compost-digestato nei terreni, problemi già riscontrati più volte sia in Italia che all’estero, come le cronache, letteratura scientifica e uno specifico studio di ARPA Veneto, oggi riferiscono.

E’ bene che i cittadini siano informati e si oppongano con tutte le forze e con ogni forma di lotta lecita e possibile, ponendo in campo tutti gli strumenti giuridici, a tutela del proprio territorio, della propria salute, dei loro interessi.

Il Presidente del WWF lancia un appello alle istituzioni cittadine per bloccare temporaneamente tutte le autorizzazioni/pareri rilasciati e quelli in itinere, al fine di consentire alla popolazione dei territori circostanti e confinanti con Foligno, Trevi, Spello, Montefalco, di essere informata e capire cosa accade. Cosa è oggi accaduto a loro insaputa? perché nessuno li ha informati di cosa sia e di cosa comporta questo tipo di impianto, collocato impropriamente in una zona agricola di pregio? Perché nessuno gli ha mai detto che quasi 10.000 camion l’anno invaderanno le strade per alimentare in continuo questa Industria Insalubre? che i rifiuti utilizzati in questi impianti non saranno sufficienti quelli da noi prodotti, ma verranno fatti arrivare da fuori Regione, perché la stazza dell’impianto è stata VOLUTAMENTE sovradimensionata rispetto alle esigenza dell’ATI 3 (ovvero il territorio di Foligno e gli altri 22 comuni) al sol fine di maggiorare guadagno e speculazione di pochi, con “danno per tutti”?

I cittadini dovrebbero sapere del rischio biologico e sanitario che un’Industria Insalubre di tal fatta potrebbe comportare. I Medici per l’ambiente dell’ISDE, su questo tipologia d’impianto sono fortemente critici. Perché non si è ritenuto di informare la popolazione? forse per non frapporre ostacoli e ritardi al processo autorizzativo (che già ora prevederebbe la posa della prima pietra entro il mese di ottobre) è questo il motivo nascosto?

Come mai la regione Umbria ha già detto che non è necessaria la valutazione di impatto ambientale e sostanzialmente ha spianato la strada a questi “imprenditori illuminati” con procedure in discesa? mentre sentenze, giurisprudenza e Direttive Europee, hanno invece deciso e statuito che la V.I.A. e le altre procedure di garanzia e cautela, sono non solo necessarie, ...ma obbligatorie!!!

Da una visura effettuata alla Camera di Commercio, per capire quali personaggi e interessi politici/economici ci possano essere dietro questa operazione, si colgono poi aspetti singolari interessanti, che sono certamente indicativi di una direzione ben definita.

Il WWF di Perugia, che si è posto a capo del Comitato spontaneo contro l’Industria insalubre, il bio-digestore di Casone, ha iniziato a raccogliere le firme che possono essere depositate presso il Presidente della stessa Associazione Sauro Presenzini, oppure presso i referenti che saranno comunicati, dei Comuni, frazioni e quartieri interessati.
Già attivi quello di S. Eraclio con referente Fausto Moretti, il coinvolgimento dei quartieri di Sterpete/Casevecchie, Ina Casa /Sassovivo, a tutela giuridico legale del Comitato, l’Avv.ssa Valeria Passeri di Petrignano d'Assisi, vissuta dalle Pubbliche Amministrazioni che hanno avuto contatti con Lei, come una “dolorosa spina nel fianco”.
Nubi nere si addensano all’orizzonte. Una schiera di cittadini informati e inferociti, (che si sono sentiti traditi da questo modo di procedere che li ha esclusi e gli ha tenuto nascoste queste informazioni), sono pronti ad ingaggiare una furiosa battaglia, il loro parere evidentemente non conta nulla ed infatti le scelte amministrative di non partecipare/informare la cittadinanza è certamente il fatto più grave ed oscuro da parte del Comune di Foligno (che finanzia con 2 milioni di euro il progetto).
La partecipazione dei cittadini dovrebbe essere la direzione recepita e applicata poi dalla politica e non viceversa: Io faccio affari, io decido …e voi subìte!!
Il Comune di Foligno è oggi diventato una sorta di Marchese del Grillo moderno, con la sua salace e ormai famosa battuta, “io so io e voi non siete…..” !!!?

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

-------------------------------------------------------

---------------------------------------

Foligno, Parco Hoffman.

Le foto si riferiscono a prima e dopo la "cura" del W.W.F.

Ora anche la seconda discarica a fianco della prima, sta per essere bonificata.Tutta l'area a ridosso del Parco cittadino, sta finalmente tornando a nuova vita, anche grazie all'ufficio ambiente del Comune di Foligno che ha individuato e pressato i proprietari per avere tempi celeri per la bonifica delle aree.

L'ambiente e i cittadini ringraziano.

----------------------------------------

FOLIGNO: Strada di Treggio, bonifica amianto, ...a spese di chi?

Il Comune di Foligno emette un'Ordinanza nei confronti della Agricola Briziarelli, intimandogli la demolizione dei manufatti abusivi, ciò a seguito di una intricata vicenda che riguardava due privati.

Accertato quindi da parte del Comune, che le opere realizzate erano abusive, l'Ordinanza colpisce il trasgressore, obbligato ora alla demolizione di un manufatto adibito a stazione di pompaggio per le acque di un laghetto artificiale (abusivo anche quello), ma il Comune non si avvede di un pericolo per la collettività costituito da centinaia di metri di tubazioni anni '50, interrati, ...rigorosamente d'AMIANTO!!!

Va da sé che la demolizione e rimessa in pristino dei luoghi debba comprendere l'intero impianto di irrigazione e non solo il manufatto in mattoni, essendo le opere d'adduzione un unicum impiantistico da bonificare con le dovute cautele del caso, e con i maggiori costi, per trattare il pericoloso materiale durante la sua rimozione.

Convinti di aver fatto cosa gradita oltrechè doverosa, il WWF ha inviato una dettagliata segnalazione al Sindaco, affinché possa provvedere ad intimare al trasgressore l'immediata rimozione e bonifica a sue spese, del pericoloso materiale in cemento/amianto, evitando future e possibili costose bonifiche a spese della collettività.

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

----------------------------------------

Piani di Castelluccio da spettacolo naturale, a Circo Barnum.

Il Pian Grande di Castelluccio di Norcia, è un’estensione naturale di 1.136 ettari, ovvero un altopiano carsico-alluvionale dell’Appennino Umbro-Marchigiano nel cuore del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Il Pian Grande è sostanzialmente il fondo di un antico lago appenninico, ora prosciugatosi e noto per i suoi fenomeni carsici la cui estensione raggiunge circa 15 kmq e costituiscono un ambiente unico e straordinario, ed allo scopo sono tutelati sia con vincolo paesaggistico statale, che come sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Piani di Castelluccio di Norcia” (codice IT5210052), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali.

Ovvio e conseguente sarebbe il comportamento, di chi volesse “affacciarsi” ed entrare in tale area, che richiede una sensibilità e delicatezza d’approccio, …quasi in punta di piedi.

Ma così non è per il Sindaco Alemanno, che di mestiere fa il geometra, al quale non si può di certo rimproverare la carenza di una sensibilità specifica o di studio, ed infatti il suo approccio alla tutela del paesaggio, della biodiversità, alla fragilità dell’ecosistema è ben evidenziato e sintetizzato all’interno dell’ennesima e ciclica Ordinanza (la n° 40 del 21 luglio 2016) contingibile ed urgente, che è stata scritta senza cuore ed anima, e senza il necessario rispetto della maestosità e fragilità del paesaggio, Ordinanza che è semplicemente una sorta di sterile enumerazione di Leggi e un compendio contabile/ragioneristico di puro calcolo aritmetico.

Il Presidente del WWF di Perugia Sauro Presenzini a fronte di questa Ordinanza, che egli stesso definisce “sgangherata”, è inorridito di fronte a tanta “rozzezza” d’approccio e leggendo le motivazioni dell’ordinanza, a tratti discutibili e risibili, ha dato immediato incarico esplorativo all’Avv. Passeri Valeria di Petrignano d’Assisi, specialista in tematiche e contenziosi ambientali complessi, di valutare la presentazione di un esposto/denuncia alla Procura della Repubblica per varie ipotesi di reato, infatti nel diritto, tali atti devono essere straordinari rispetto alle leggi e norme ordinarie, ed esse devono coniugarsi con l’urgenza, poiché per far fronte ai relativi problemi causati da eventi eccezionali, non esistono regole già predisposte.

In più, i corrispondenti decreti contingibili ed urgenti devono essere a tempo determinato e circoscritti nella fattispecie disciplinante. L’esistenza di un’apposita disciplina che regoli, in via ordinaria, determinate situazioni non preclude, infatti, l’esercizio del potere di ordinanza contingibile ed urgente… ma solo quando la necessità di provvedere con efficacia ed immediatezza a tutela del bene pubblico dalla legge indicato, sia tanto urgente da non consentire il tempestivo utilizzo dei rimedi ordinari offerti dall’ordinamento”.

E quale urgenza, straordinarietà e imprevedibilità, ravviserebbe mai il Sindaco “ragionier/contabile” per un evento noto, ciclicamente presente da decenni, più che prevedibile rispetto all’evento naturale della fioritura?

L’ordinanza mette in evidenza chiaramente l’approccio regolamentativo di tipo stradale/viabilistico, la localizzazioni/concessione di ulteriori spazi/parcheggi in deroga estensiva, con un’occhio esclusivamente interessato all’aspetto economico, più vicino vuoi arrivare, ...più alto è il prezzo che dovrai pagare, si evince leggendo l’Ordinanza.

Nessuna azione di tutela, nessuna motivazione approfondita, nessuna concertazione reale partecipata di confronto, circa la sensibilità di aree delicatissime, nessuna presa in considerazione dell'idea dei parcheggi esterni all’intera area del Pian Grande, come chiedono da anni le associazioni ambientaliste, con l’istituzione di un servizio navetta elettrica o a metano per i visitatori, lasciando il Pian Grande sgombro da veicoli e tutelando anche il colpo d’occhio. Se voleva far cassa, ...ci sarebbe riuscito meglio in questo modo!!!

Qual è l’interesse di questa amministrazione, di portare i visitatori nell’area, oppure di riempirla di macchine?

Noi crediamo che il Sindaco abbia preferito la seconda, più gradita e più di facile soluzione, "piegando" le norme e interpretandole ad uso e consumo di una visione miope dell’ambiente, dobbiamo riconoscere negativa.
Con un certo accanimento, la sua visione è perfettamente riuscita nel rovinare il colpo d’occhio sulla delicatissima vallata, trasformandola in una “bolgia dantesca” e in un enorme Circo Barnum, ove per un’intera settimana impazziranno il traffico e scorazzeranno in lungo e in largo moto, veicoli, camper, pullman, ed insisteranno bivaccatori di ogni risma, oltre ovviamente alla normale viabilità di transito.

Ed ecco anche il motivo per il quale Sauro Presenzini, Presidente del WWF di Perugia, conferisce al Sindaco di Norcia il non certo gradito “Premio Attila” contro l’ambiente, per non aver avuto il coraggio e la voglia di conoscere approfonditamente e risolvere un problema annoso e ciclico, ma affrontandolo impropriamente soltanto a colpi d’Ordinanza.

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

-----------------------------------------------

------------------------------------------------

--------------------------------------------------

La lobby dei gestori dei canili a spese dei cittadini, milioni di euro “regalati” ai privati e i Comuni, …stanno a guardare!!!

A Terni la maglia nera degli affidi, solo il 12% e i costi, ...a carico del cittadino.
Segue Perugia che riesce ad affidare cani nel 31% dei casi e di poco sopra a questa percentuale, il comprensorio del Folignate con il 38%.
Ma al di là dei freddi numeri, ci sono sempre luci e ombre che andremo ad analizzare nel dettaglio per tentare di capire cosa c’è che non va e dove si può migliorare, come dimostrano gli esempi virtuosi delle gestioni nella Asl 1 di Perugia Coordinata dalla Dott.ssa Stefania Mancini che tramite il progetto “RandAgiamo” in collaborazione con Regione e Università è riuscita ad affidare cani a nuove famiglie nell’anno 2014 addirittura oltre il 200% (ultimo dato disponibile) per un totale di ben 415.
Si tenga conto, che in detti canili sanitari gestiti direttamente dalle Asl, ne sono transitati soltanto 208 nel 2014, è evidente quindi che sono riusciti ad affidare anche i cani che vi stazionavano negli anni precedenti, quindi ben oltre il 200% dell’anno di riferimento, ma al di là dei numeri, il dato interessante è capire la capacità, il metodo, la sinergia adottata con i volontari, azioni che hanno consentito di raggiungere tali risultati!!!
Ma a fronte del dato lieto, utile e virtuoso, se ne contrappone un altro in negativo, ovvero la situazione delle galere/canili di Terni ove alloggiano in dette strutture, ben 1721 cani, a fronte dei quali se ne è riusciti ad affidare complessivamente, soltanto 201. Il peggior canile in assoluto in tema di affidi e dei relativi costi a carico del cittadini è quello di Narni, con 417 cani presenti e soltanto 5 affidi effettuati, segue in seconda posizione (negativa) il Comune di Terni con 418 cani presenti con solo 11 affidi nel corso del 2014 e 3° posizione negativa il Comune di Aquasparta con 126 presenze e solo 4 affidi. Abbastanza bene invece il canile di Monteargento di Terni con 297 cani presenti e 118 affidi effettuati.
Bene il canile di Montefalco (PG) che a fronte dei 27 cani presenti ne è riuscita ad affidare 37 (attingendo cani in stabulazione dagli anni precedenti), malissimo Foligno che su 50 cani presenti nel canile sanitario di Via Caracciolo, ne è riuscito ad affidare soltanto 1, bene invece Spoleto che a fronte dei 77 presenti ne ha affidati 54.
Analizzando i dati ufficiali, ne esce una verità incontrovertibile, ovvero che a fronte dei cospicui finanziamenti che i Comuni generosamente elargiscono complessivamente per milioni di euro, per contenere la piaga del randagismo, la capacità operativa dei privati ed associazioni in convenzione, si limitano alla sola somministrazione dei pasti e della pulizia della struttura, ad effettuare gli affidi in maniera generosa ed efficace sembra in questo caso, essere la mano pubblica (come dimostrano agevolmente le tabelle allegate), ed infatti le migliori performance di affidi si hanno per mano delle ASL. Il paradosso è quello di avere una piramide rovesciata, più sono i finanziamenti erogati ai privati e associazioni, minori sono gli affidi effettuati.
Ma questo ovviamente può accadere soltanto tra l’indifferenza e l’inerzia dei Comuni, i quali affidano soldi pubblici ai privati, senza però pretendere e vigilare, affinchè i gestori incentivino massimamente le adozioni sia direttamente, sia consentendo alle associazioni di volontariato di poter accedere nelle strutture convenzionate, oggi tali volontari sono respinti con veemenza da molti gestori, gettando un’ombra sinistra su tale “illecita” modalità, che dovrebbe invece essere improntata alla massima trasparenza, in quanto si gestiscono denari pubblici.
Il WWF, che è bene ricordare non gestisci canili privati e/o pubblici, denuncia tale stato di cose sia pubblicamente, sia alla Corte dei Conti, la quale potrebbe eccepire e muovere censure nei confronti di quei funzionari comunali che non avessero ancora provveduto ad aggiornare, modificare, integrare le convenzioni in essere, permettendo l’accesso ai canili, ai volontari per effettuare gli affidi, sia imponendo ai gestori delle quote minime di adozioni annuali, sia ai fini della correttezza amministrativa efficiente e trasparente.
Il dato stridente su tutti, è il confronto tra il canile/rifugio di Collestrada (PG) gestito dall’Enpa, il quale nell’anno 2014 ha effettuato soltanto 160 affidi a fronte dei 439 cani presenti e il canile sanitario (sempre di Collestrada, a 500 metri di distanza dal canile rifugio Enpa) ma gestito dalla ASL 1, a fronte degli 82 cani presenti nel corso del 2014, ne è riuscita ad affidare ben 206, quasi il triplo della sua capacità, attingendo anche dalle quote dei cani presenti negli anni precedenti, segno evidente e prova provata che gli affidi sono possibili, …basta volerlo!!!
Sembra che ci sia una sorta di Lobby dei gestori dei canili, che sembrerebbero avere interessi contrapposti e se così fosse, questo richiederebbe però anche la complicità o l’inerzia della “mano” pubblica, “assente e/o distratta”, di certo noi non possiamo affermarlo, ma lasceremo che siano le Autorità preposte a verificare gli ipotetici scenari.
Noi ci limiteremo a tracciare una via, a formulare un’ipotesi circa la corretta ed efficace gestione del denaro pubblico, che deve essere usato con trasparenza e criteri di economicità ed efficienza. Se dovessimo assumere a metro di parametro le percentuali possibili d’affido, effettuate della ASL 1 di Perugia, ora tutti i canili di Terni e Perugia …sarebbero vuoti!!! con milioni di Euro di risparmio per le finanze pubbliche.
L’esempio portato a confronto è reale, concreto e replicabile in una realtà territoriale omogenea, come quella Umbra, si tratta ora di capire quale interesse opaco si possa eventualmente nascondere dietro l’impossibilità materiale (di fatto), di non consentire gli accessi nei canili pubblici, a quelle associazioni di volontariato che dimostrano e hanno dimostrato, di riuscire ad effettuare gli affidi.
Chi è che impedisce questi accessi e perché non prevede e pretende che il numero dei cani a carico dei cittadini diminuisca sensibilmente? Quali interessi si celano dietro i gestori e le convenzioni milionarie a carico degli ignari cittadini?
Domande che avranno presto una risposta, statene certi.

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

-----------------------------------------------

LE NOSTRE GUARDIE AL CAMPO ANTIBRACCONAGGIO A ISCHIA:

Bracconaggio, droga, ricettazione, armi clandestine, trappole, di tutto, …di più!!!

Il Nucleo Antibracconaggio del WWF Italia, che si riunisce ogni anno in occasione delle migrazioni primaverili ed autunnali nei punti più caldi d’Italia, per questa occasione sta ancora operando nell’Isola di Ischia e nella costiera sorrentina a tutela del “Popolo migratore”.

Ieri sera ad Ischia, in località Via Bosco dei Conti, un appostamento delle Guardie del WWF e della Polizia di Stato ha dato i risultati sperati, infatti su un richiamo elettroacustico precedentemente individuato dalle Guardie WWF nottetempo in stretta collaborazione con gli ambientalisti del CABS, gli Agenti operanti in servizio pomeridiano, hanno potuto così agevolmente individuare una persona che accedeva ad alcuni manufatti ove il richiamo era stato individuato.

Immediatamente identificato il soggetto, veniva sequestrato il richiamo e nelle immediatezze dei luoghi, venivano anche recuperate munizioni di diverso calibro. Avendo il fondato motivo che potessero trovarsi nei pressi del richiamo e delle munizioni, anche le relative armi, si è iniziata la perquisizione dei luoghi diversi dalla privata dimora.

Dietro ad ogni anfratto e pertugio, sono state rinvenute una notevole quantità di munizioni, esattamente 600 cartucce di diverso calibro, ed anche dei pallini per un fucile ad aria compressa, usualmente adoperato per uccidere i piccoli uccelli migratori.

La caparbietà, professionalità ed esperienza delle guardie venatorie e la perizia dell’Agente della Polizia di Stato ha dato i suoi frutti, tutta la zona adiacente è stata battuta palmo a palmo e sono saltate fuori nell’ordine, una carabina ad aria compressa calibro 4,5 di grossa potenza, un’arma clandestina in quanto priva del numero di matricola, occultata dietro a delle tavole ed incartata in un telo cerato, un fucile sovrapposto cal. 12 nascosto abilmente all’interno di una botte in acciaio dentro ad una cantina e risultato poi rubato e poco dopo è stato rinvenuto maldestramente occultato dietro a delle canne un fucile sovrapposto cal. 36 con matricola abrasa.

Ma non è finita qui, non solo il richiamo acustico con batteria e temporizzatore, ma anche 1 tagliola per mammiferi, 23 trappole per uccelli.

Conseguentemente, tale attività di perquisizione è stata estesa all’abitazione del trasgressore che è stato poi arrestato per l’ipotesi di reato di ricettazione, detenzione di armi clandestine e mezzi vietati, in mattinata odierna il soggetto è stato processato per direttissima a Napoli.

L’esito della perquisizione domiciliare, ha fatto emergere ulteriori reati anche a carico del figlio dell’agricoltore, che è titolare di licenza di caccia, è stato infatti denunciato per la detenzione illegale di ben 2502 munizioni, la cui detenzione, libera non deve mai eccedere le 1000 cartucce.

La particolarità della perquisizione, ha fatto emergere un’ulteriore fattispecie criminosa, ovvero che detto quantitativo abnorme di materiale esplodente (complessivamente quasi 100 Kg d’esplosivo) sta nel fatto che dette munizioni non erano custodite diligentemente all’interno dell’abitazione, bensì occultate nel giardino esterno dell’abitazione, nel tentativo consapevole di violare la legge e di eludere eventuali controlli.

Sono saltate fuori inoltre altre trappole per uccelli nuovissime (appena acquistate) e una gabbia trappola per volatili.

Nella giornata di ieri, anche l’altra pattuglia di Guardie WWF assieme ad altro Agente della Polizia di Stato che stavano appostati su altro richiamo vietato in località Fiaiano ha avuto successo, infatti 2 richiami acustici sono stati individuati e poi recuperati e sequestrati, inoltee è stato rinvenuto un ingente quantitativo di Mariujana, Kg 1,5 già pronta per essere venduta, occultata in tre grossi secchi di plastica. Immediata scattata la perquisizione e ...indagini ancora in corso.

-----------------------------------------------------

WWF PERUGIA: Patto civico sui rifiuti in occasione della Giornata mondiale della Terra a San Matteo degli Armeni, 22 aprile 2016:

Grande lavoro e attività di prevenzione, controllo e repressione degli illeciti per migliorare la raccolta differenziata e "difendere" quei cittadini che si prodigano, si dedicano ad effettuarla in maniera puntuale ed efficace. Il compost e/o ammendante di qualità, che deriva dalla raccolta differenziata dei rifiuti, ovviamente non può prescindere da una corretto conferimento degli stessi fin dall'origine e da un controllo puntuale ed efficace, quanto necessario, nel territorio. Noi, ...faremo la nostra parte!!!

-----------------------------------------------------

Sulla rivista ufficiale dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, con piacere rileviamo che la notizia è stata rilanciata/condivisa.

Uno squarcio di luce da parte del l'autorevole rivista di settore, che evidentemente condivide la filosofia del massimo sforzo per le adozioni e prevenzione e minima spesa per i canili.

I nostri amici a 4 zampe non hanno bisogno di una bella struttura/canile (ammesso che rarissimamente lo sia) ...ma di una famiglia!

La somma contraddizione per un associazione animalista genericamente intesa, è che la galera seppur dorata, rimane pur sempre una galera e anche il privato convenzionato, asseritamente proteso al benessere/accoglienza dell'animale, è poi però anche l'esecutore materiale della pena!!!

Forse dalle associazioni che si dichiarano animaliste,...ci si aspetterebbe uno sforzo in più!!!

Il "Caso Perugia ", la Asl 1 diventa esempio in tutta Italia e assurge alla ribalta Nazionale!!!

---------------------------------------------------------------

RIFIUTI IN UMBRIA: LA FARSA DEI NUMERI FARLOCCHI, SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Indecente, illegittimo, scandaloso, inefficiente, oneroso, non trasparente e truffaldino sono alcuni degli aggettivi senza mezzi termini, che il Presidente del WWF di Perugia Sauro Presenzini declina per etichettare il sistema di gestione dei rifiuti in Umbria. Un sistema opaco, ondivago, inefficiente e altamente oneroso per il cittadino, cosa che ha visto anche il Crurz (Comitato Regionale Umbro Rifiuti Zero) entrare in rotta di collisione, con questo sistema di gestione di rifiuti da parte della politica facendolo in maniera puntuale, documentata, certosina.
Dati e analisi che vengono attinti dal sito di Crurz, (prima che dal sito dell’Arpa mai aggiornato come ci si aspetterebbe), fanno emergere quello che ora sembra essere scandalo anche per il nuovo Presidente dell’Auri, (il gestore unico per i rifiuti in Umbria) Cristian Betti, il quale ora anche lui si accorge, toccando con mano che c’è qualcosa che non và, ora anche lui denuncia, quello che da anni vanno ripetendo (come nel caso di Gesenu) sia la nostra associazione che i comitati, e CRURZ.
I gestori degli ambiti locali dei rifiuti, lanciano nell’arena dei veri e propri numeri in libertà, che nessuno controlla e può riscontare come veritieri, visto che i gestori, alla fine dei giochi, sono i controllori di se stessi, a cui, con il consenso della politica, è permesso di fornire cifre e in numeri in libertà, ...come sempre accade in questo Paese di Pulcinella.
Ma per affrontare il caso concreto il Presidente Presenzini prende ad esempio il “Caso Foligno” che è replicabile e sovrapponibile con qualsiasi altra realtà umbra. In questa farsa a spese dei cittadini, (i quali pagano una raccolta differenziata con una delle tariffe più imbarazzanti d’Italia), non ci si può esimere dall’avvertire e far capire alla gente comune, non avvezza al “politicamente scorretto”, che forse sarebbe stato più onesto, corretto e trasparente fargli sapere, che esiste un obbligo di Legge ampiamente disatteso, per il quale, entro e non oltre l’anno 2012 si sarebbe dovuto raggiungere un obbiettivo minimo di raccolta REALE, del 65%. Ma ora vediamo i dati per smascherare il giochetto dei “numeri in libertà”.
Il WWF analizza il “Caso Foligno” dove soltanto 2.150 ton. di rifiuto organico è stato effettivamente recuperato, (dati ufficiali ARPA 2014) portando la reale percentuale di materia effettivamente recuperata è pari solo al 32,16%, eppure l’Assessore di turno, dichiara con soddisfazione di aver raggiunto il 58%. facciamo chiarezza, una cosa è la percentuale di rifiuto recuperato, altra cosa il rifiuto raccolto con il sistema della differenziata.
Quello che graverà come costo reale e Tassa sul cittadino, sarà ovviamente la quota di rifiuto, (al di la degli artifici lessicali utilizzati per mascherare inefficienze e incompetenze), che verrà poi gettata nelle discariche.
Se il Presidente dell’Auri regionale Betti, riuscirà ad ottenere che la percentuale di rifiuti differenziati validati (e quindi effettivamente recuperati), come lui ha preteso sbattendo i pugni con i Sindaci, sarà solo la quota di quelli che NON finiscono in discarica, come logico che sia, oltreché trasparente, avrà sconfitto questo sistema opaco, ma temiamo che non lo potrà fare, non gli sarà consentito, sarà “suicidato politicamente” prima.
Il sistema che lo ha nominato,… lo fagociterà!!!

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

http://www.umbriaon.it/2015/rifiuti-il-wwf-perugia-la-farsa-dei-numeri/

----------------------------------------------------------------------

SULLA PELLE DEI RANDAGI, I CANI DI NESSUNO!!

10 domande lecite, ...che attendono risposta.

Dopo 25 anni dalla Legge sul randagismo in Italia, che ne ha vietato la soppressione come norma di civiltà, occorre riflettere con serena e spietata autocritica sui risultati pratici prodotti da una legislazione nazionale e regionale rimasta in buona parte solo sulla carta, Legge che nella sostanza, ha fallito tutti i suoi obbiettivi, ovvero la prevenzione delle nascite e il superamento della struttura canile, come meta ultima per l’animale, gli animali agonizzano in attesa della morte, noi del WWF siamo convinti che siano vittime di un sistema, che prospera sulla loro prigionia.
I canili lager non devono più esistere, né privati, né Onlus: dal punto di vista filosofico e in prospettiva, …essi dovranno essere chiusi uno ad uno!!!
Bisogna smettere di pensare che gli animali siano al sicuro allorché gestiti dai “buoni”, non è mica un assioma, l’esistenza di un monopolio viene favorito dalle amministrazioni in base a un’etichetta di virtù e non invece alla reale operatività di associazioni e/o privati, che è bene precisare, di volta in volta possono essere eccellenti, oppure create su due piedi, per favorire qualunque tipo di traffico e profitto.
La lotta ad accaparrarsi la gestione di canili e rifugi in convenzione, finanziati con fondi pubblici è senza quartiere e c'è chi oggi ve ne chiede conto verificando e denunciando (se del caso), opacità, poca trasparenza, discrezionalità assoluta e immotivata, mancanza di verifiche, riscontri e risultati, fin’anche a vizi nelle gare d'appalto.
I soldi sono parecchi, stanziati perlopiù dalle amministrazioni locali, i privati, le associazioni ricordiamo, gestiscono oltre il 75% del mercato economico del randagismo, pari a finanziamenti da 350 milioni di euro l’anno in Italia.
I canili sono oggi un sistema che serve a far soldi, la Legge dice invece che vanno creati dei rifugi e i canili devono rimanere solo come presidi sanitari e luoghi di transito, ma così non è stato!!!

Presenzini sottopone alla pubblica opinione il “Caso Perugia”, lasciando la domanda sospesa verso amministratori, cittadini e Governo regionale: com’è possibile che una struttura pubblica, ovvero il canile sanitario di Collestrada, gestito dalla Dott.ssa Mancini della Asl 1 di Perugia, nel corso dell’anno 2015 a fronte 432 cani entrati in questa struttura, ne abbia restituiti 252 perché tramite il microchip si è potuti risaliti al proprietario, ma soprattutto tramite il progetto “randAgiamo” abbia compiuto un vero miracolo, non solo ha affidato e trovato casa a 180 randagi, azzerando quindi tutti gli ingressi del canile dell’anno 2015, svuotandolo letteralmente, di più, è riuscita ad intaccare anche lo zoccolo duro degli anni precedenti con ulteriori 25 affidi portando la percentuale d’affidamento al 114% rispetto agli ingressi dell’anno 2015, senza incentivi, senza sovvenzioni, senza bisogno di denaro pubblico, semplicemente per professionalità, senso di responsabilità, amore verso la sua professione e verso gli animali.
Il WWF, che è bene precisare non gestisce canili, ormai da anni svolge importante opera di prevenzione nei confronti del randagismo attraverso una puntuale e capillare opera di controlli, rivolge 10 lecite domande sia alle associazioni che ai privati in convenzione che gestiscono i canili, che ai pubblici amministratori.
L’Enpa è presa a confronto a motivo del canile sanitario della ASL 1, la quale sarà portato ad esempio in tutta Italia, per efficienza, metodo e risultati.

Le 10 domande ad associazioni, privati e amministratori sono:

1)- poiché il territorio, la composizione sociale e culturale degli abitanti è la medesima dove gravita sia la ASL 1, che l’Enpa di Perugia (che gestisce il canile rifugio e che dovrebbe avere una marcia in più, in quanto associazione animalista), perchè questa associazione non è riuscita a raggiungere nemmeno una frazione degli affidi fatti dalla ASL posta a poche centinaia di metri di distanza?

2)- Centinaia di migliaia di euro (a carico dei cittadini) sono i denari che le associazioni e i gestori privati percepiscono ogni anno dai Comuni, perché il canili, da chiunque gestiti, nel corso degli anni, invece che svuotarsi, hanno quasi tutti, subito ripetuti ampliamenti della capacità?

3)- Perché le associazioni e i privati che gestiscono i canili non riesconoe a fare affidi “liberando gli amici a 4 zampe dalla galera”?

4)- Perché l’Enpa in particolare, si comporta come l’asse pigliatutto, cercando di prendere in gestione tanti altri canili in Umbria, senza però avere poi concreta capacità di trovare affidi presso le famiglie, per gli sfortunati animali?

5)- Perché le associazioni e i gestori privati in convenzione con i Comuni, sembrano non riuscire a dare poi concreta risposta alla diminuzione dei cani detenuti, … oggi a carico del cittadino/contribuente, qual è il loro reale interesse?

6)- Perché nelle strutture gestite e affidate in convenzione con i soldi pubblici dei Comuni, non si permette l’accesso ad altre associazioni, che lottando per la stessa causa, potrebbero collaborare ad aumentare le adozioni?

7)- Qual è l’interesse e il bene primario, qual è la filosofia che le associazioni, il privato, le pubbliche amministrazioni perseguono: la tutela del benessere degli animali e la sua conseguente adozione del cane, oppure invece si ritiene che un cane trovi il suo benessere e la sua felicità all’interno di una struttura per tutta la vita…fino alla sua morte, mantenendo lo status quo dell’attuale gestione invariata, ovvero senza controlli, incentivi, obbiettivi, riscontri di quanto, come e perché si continuano a spendere milioni di euro (in aumento) invece che indicare dei correttivi anche per la corretta gestione dei fondi pubblici?

8)- perché le pubbliche amministrazioni non stabiliscono all’interno dei bandi di gara (anche modificando/integrando quelli in essere) per l’affidamento della gestione dei canili sanitari o rifugio, tra i requisiti qualificanti, la reale capacità verificabile di affido dell’associazione, del privato e comunque di consentire l’accesso alla struttura convenzionata o in gestione diretta, anche di altre associazioni per incentivare al massimo gli affidi e diminuire progressivamente le spese a carico del contribuente?

9)- quali tipi di controllo concreto, verificabile, ha mai esercitato il singolo Comune, che affida soldi pubblici alla gestione di un’associazione, un privato, sulla corretta gestione del canile da tutti i punti di vista?
10)- quale iniziative proprie ed autonome, di corretta e trasparente gestione dei soldi pubblici, intendono ora prendere come pubblica amministrazione (che ha dato in affido strutture pubbliche, comunali o di privati in convenzione) i Sindaci, gli Assessori competenti, sulla scorta dei risultati concreti, di un’esperienza replicabile, sul modello del canile sanitario della ASL 1 di Perugia che ha “svuotato” l’intero canile e affidato oltre il 114% dei cani catturati ed entrati nell’anno 2015 e parte di quelli presenti nel 2014 azzerando tutti i costi pubblici?

Sauro Presenzini
Presidente WWF Perugia

------------------------------------------------------------------

LA CONTRADDIZIONE: 350 MILIONI DI EURO PER I CANILI IN ITALIA, PIU' MILIONI SI STANZIANO.....MENO AFFIDI VENGONO EFFETTUATI????

Le frizioni verbali e azioni conseguenti tra associazioni di settore, evidentemente scontano un diverso approccio alla questione. Per ciò che ci riguarda, tutti i canili, qualsiasi essi siano e da chiunque gestiti, in prospettiva e dal punto di vista filosofico, essi VANNO CHIUSI, UNO AD UNO!!!
Chi gestisce denaro pubblico, deve essere sempre pronto a renderne conto, in qualunque maniera ed in ogni modo e in ogni tempo, …è normale e giusto che sia così!!
Se fino ad oggi non ci sono state delle richieste di chiarimento, se nessuno ha mai posto le giuste domande, confrontato dati, fatto logiche deduzioni, non significa che per trasparenza, correttezza amministrativa e gestionale ora non se ne debba rendere conto a chiunque, e non di certo soltanto a fronte di eventuali controlli, passati, presenti e futuri, da qualunque parte richiesti e a qualunque titolo effettuati, come sembra lamentarsi la Tintori la quale, per sua propria dichiarazione per la prima volta, rende pubblico che nel canile dell’Enpa di Collestrada nell’agosto del 2015 ci sia stata un attività d’indagine da parte delle Guardie del WWF. Noi non confermiamo ne smentiamo la notizia, ma anche ammesso che ci si sia mai stato questo tipo di controllo, noi continuiamo a mantenere la dovuta riservatezza.
Non abbiamo difficoltà a capire che l’Enpa possa essersi sentita forse in imbarazzo per il confronto dei numeri, fatti tra gli affidi (effettuati dal canile sanitario della ASL 1), infatti quest'ultimo è riuscito ad affidare a famiglie, tutti i cani dell’anno 2015 ovvero tutti quelli che vi sono transitati e anche qualcuno in più, le risentite precisazioni rilasciate dalla Presidente Tintori, …sono però imprecise!!
La smentita dell' Enpa, attraverso la Tintori, diventano un boomerang, infatti è vero certamente che da un punto di vista meramente formale anche il canile sanitario sia gestito dall’Enpa, (in convenzione con il Comune di Perugia), MA SOLO PER LA PARTE DELLA PULIZIA DELLA STRUTTURA E SOMMINISTRAZIONE DEI PASTI, e qui cessa il loro compito.

Nulla a che vedere con gli affidi, oggetto del non gradito raffronto. Per ciò che riguarda ingressi, controlli, catture, uscite, profilassi, interventi medici e soprattutto gli affidi, ne risponde solo ed unicamente la Dott.ssa Mancini, alla quale và certamente attribuito il merito di aver “svuotato” di suo impulso, credendoci, l’intero canile anche attraverso il progetto della Asl, Università ”RandAgiamo”, modello vincente ora anche “esportato” copiato/studiato nella provincia siciliana di Caltanissetta .
Stupisce poi grandemente, che una persona acculturata, quale la Presidente dell’Enpa non si renda conto che rispondere prontamente, in maniera disponibile e puntuale a delle domande lecite, non alimenterebbe le domande stesse, che diversamente (per rimanere in tema), sarebbe come se un cane si mordesse la coda.
Girando su se stesse, poi le domande continuano a ronzare sempre attorno alla questione spinosa, della detenzione/permanenza/scarsità di affidi dei cani, … eppure come abbiamo già osservato, gravitano nello stesso territorio di competenza della Asl, che come ha dimostrato, ...gli affidi sono possibili!!!.

Quanto poi alla dichiarazione rilasciata sempre dall’Enpa che afferma di non ricevere finanziamenti pubblici, beh si rimane basiti, è di dominio pubblico e verificabile agevolmente, che esiste una convenzione decennale tra Enpa e i comuni consorziati dal 01/07/2011 fino al 30/06/2021 di ALCUNI MILIONI DI EURO

Cani randagi, Wwf: «I canili servono solo a fare soldi, devono essere chiusi tutti»

Il presidente Sauro Presenzini: «Il caso virtuoso di Collestrada da portare a esempio, perché l'Enpa non ci riesce?»

Dopo 25 anni dalla Legge sul randagismo in Italia, che ne ha vietato la soppressione come norma di civiltà, occorre riflettere con serena e spietata autocritica sui risultati pratici prodotti da una legislazione nazionale e regionale rimasta in buona parte solo sulla carta, Legge che nella sostanza, ha fallito tutti i suoi obbiettivi, ovvero la prevenzione delle nascite e il superamento della struttura canile, come meta ultima per l’animale. Gli animali agonizzano in attesa della morte, noi del Wwf siamo convinti che siano vittime di un sistema, che prospera sulla loro prigionia.

I canili lager non devono più esistere, né privati, né Onlus: dal punto di vista filosofico e in prospettiva …essi dovranno essere chiusi uno ad uno,…e agiremo in questo senso!!! Bisogna smettere di pensare che gli animali siano al sicuro allorché gestiti dai “buoni”, non è mica un assioma!

L’esistenza di un monopolio, spesso viene favorito dalle amministrazioni in base a un’etichetta di virtù e non invece alla reale operatività di associazioni e/o privati, che è bene precisare, di volta in volta possono essere eccellenti, oppure create su due piedi, per favorire qualunque tipo di traffico e profitto. La lotta ad accaparrarsi la gestione di canili e rifugi in convenzione, finanziati con fondi pubblici è senza quartiere e c’è chi oggi ve ne chiede conto verificando e denunciando (se del caso), opacità, poca trasparenza, discrezionalità assoluta e immotivata, mancanza di verifiche, riscontri e risultati, fin’anche a vizi nelle gare d’appalto. I soldi sono parecchi, stanziati perlopiù dalle amministrazioni locali, i privati, le associazioni ricordiamo, gestiscono oltre il 75% del mercato economico del randagismo, pari a finanziamenti da 350 milioni di euro l’anno in Italia. I canili sono oggi un sistema che serve a far soldi, la Legge dice invece che vanno creati dei rifugi e i canili devono rimanere solo come presidi sanitari e luoghi di transito, ma così non è stato!!!

Il Coordinatore regionale delle Guardie del Wwf Sauro Presenzini a titolo d’indagine, da tempo sta acquisendo dati su molti canili umbri tra cui Perugia, Terni, Narni, Città di Castello, acquisendo informazioni e incrociando documenti, delibere, fatture di spese, esborsi a vario titolo, si sofferma, uno su tutti, su un dato che stride fortemente e grida scandalo, facendo arricciare il naso anche a chi non è del settore. Presenzini sottopone alla pubblica opinione il “Caso Perugia”, lasciando la domanda sospesa verso amministratori, cittadini e Governo regionale: leggendo su internet tra i dati ufficiali diffusi, ne esce una domanda scontata: com’è possibile che una struttura pubblica, ovvero il canile sanitario di Collestrada, gestito dalla Dott.ssa Mancini della Asl 1 di Perugia, nel corso dell’anno 2015 a fronte 432 cani entrati in questa struttura, ne abbia restituiti 252 perché tramite il microchip si è potuti risaliti al proprietario, ma soprattutto tramite il progetto “RandAgiamo” in collaborazione con l’Università di perugia, abbia compiuto un vero miracolo, non solo ha affidato e trovato casa a 180 randagi, azzerando quindi tutti gli ingressi del canile dell’anno 2015 svuotandolo letteralmente. Di più, è riuscita ad intaccare anche lo zoccolo duro degli anni precedenti con ulteriori 25 affidi portando la percentuale d’affidamento al 114% rispetto agli ingressi dell’anno 2015, senza incentivi, senza sovvenzioni, senza bisogno di denaro pubblico, semplicemente per zelo, senso di responsabilità, amore verso la sua professione e verso gli animali.

Questo dato stride fortemente con la gestione dell’Enpa che nonostante cospicui finanziamenti pubblici da parte del Comune di Perugia, non riesce a reggere il confronto con la gestione del canile sanitario della Asl 1. Eppure il territorio, le sensibilità, le competenze, le condizioni operative sono le stesse dove agisce l’Enpa, non ci si dovrebbe forse aspettare di più da un’associazione che si professa animalista?? Il canile sanitario gestito dalla Dott.ssa Stefania Mancini, sarà portato ad esempio in tutta Italia, per efficienza, metodo e risultati.

*Presidente Wwf Perugia

---------------------------------------------------------------------------------

Foligno, caso della strada di Treggio e del cantiere irraggiungibile sotto la lente della Corte dei Conti

Esposto del Wwf per vicenda legata a passaggi e proprietà tra due privati su cui pende una richiesta di risarcimento danni al Comune da 700 mila euro

La strada di Treggio

È un esposto di undici pagine accompagnata da un faldone di documenti, delibere e atti istruttori sulla strada comunale di Treggio (Foligno), quello che il presidente del Wwf, attraverso il presidente Sauro Presenzini, ha inviato alla Corte dei Conti chiedendo di verificare eventuali abusi da parte dei funzionari pubblici del Comune di Foligno e nel caso anche a quantificare il danno cagionato al municipio.

Strada di Treggio in Corte dei Conti Nella corposa documentazione, l’associazione spiega che la strada comunale di Treggio, ribattezzata la «strada rubata perché cancellata e deviata da un privato che cosi sta continuando di fatto a impedire a un altro privato di accedere al cantiere edilizio già in essere». Il coinvolgimento del Comune è conseguente: «L’ente non interviene in maniera efficace per la tutela del bene comunale , ossia la strada di Treggio – è la ricostruzione del Wwf – oppure lo fa in ritardo, con modalità contraddittorie e ondivaghe, tant’è che la licenza edilizia del cantiere irraggiungibile è scaduta, la ditta di costruzione fallita ed entrambi i danneggiati (cioè l’impresa di costruzione e titolare della licenza edilizia), hanno citato per danni il Comune, intentando un’azione risarcitoria da 700 mila euro in sede civile».

L’esposto del Wwf Ma al di là dell’esito della vicenda legale, a seconda del quale si potrebbe anche ipotizzare un danno erariale, l’associazione ambientalista guidata da Presenzini, spesso protagonista di denunce a tutela del patrimonio pubblico, alla Corte dei Conti scrive che «dall’intricata vicenda emergono importanti aspetti di censura sulla corretta e puntuale gestione dell’ente locale, che potrebbero aver danneggiato in concreto l’immagine del Comune di Foligno. Per questo chiediamo ai magistrati contabili – è la conclusione – di verificare, integrare ed eventuale integrare gli eventuali illeciti, così da fornire una risposta nel merito alla nostra denuncia»

---------------------------------------------------------------------

-----------------------------------------------------------------

 ESCAPE='HTML'

---------------------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------------------

---------------------------------------------------------------------------------

 ESCAPE='HTML'

-------------------------------------------------------------------------

gennaio 2016: Deruta ore 09.20, giornata piovosa!

Un cacciatore "dimentica" il fucile nel suo fuoristrada, l'arma seppur non perfettamente visibile (in quanto parzialmente e maldestramente occultata), essa non sfugge però allo sguardo acuto e attento della pattuglia delle Guardie del WWF, in servizio di prevenzione di illeciti e reati venatori.

Scattata la denuncia penale alla competente Procura della Repubblica di Perugia per l'ipotesi di reato di "omessa custodia di armi e munizioni". La domanda è:
in tempi non certamente tranquilli di sicurezza sociale ...è mai possibile usare tale superficialità da parte di soggetti "qualificati" che hanno il diritto/dovere di essere cauti e attenti nel maneggio delle armi, visto che hanno un porto d'armi e una licenza di caccia?

Le immancabili conseguenze sono, la inevitabile condanna penale, il sequestro dell'arma in questione ed inoltre il ritiro di tutte le armi da lui possedute, constatata la palese inidoneità a detenerle in maniera corretta, con le dovute ed efficaci cautele.

-------------------------------------------------------

Foligno: Centro storico: abbattono alberi protetti con autorizzazione “farlocca”

Armati di motosega e di una ruspa avevano iniziato il sistematico abbattimento di tutte le alberature secolari in pieno centro storico a Foligno.
Un operaio armato di motosega incideva alla base l’albero secolare e il suo compagno di lavoro a bordo di un enorme ruspa con il braccio, dava il colpo finale guidando la caduta.
E’ così in meno di mezza giornata sono sparite numerose alberature alla vista dei cittadini di Foligno, alcune piante non erano protette e potevano essere abbattute senza autorizzazione, altre invece vista la tipologia ovvero trattasi di Pino domestico e una rara pianta di Cedrus spp. Anche in funzione della grandezza del fusto non potevano essere abbattute e nessuna autorizzazione sarebbe comunque stata rilasciata, sentito il tecnico comunale a sommarie informazioni.
L’urgente e provvidenziale intervento delle Guardie del WWF ha consentito di bloccare immediatamente i lavori e di porre sotto sequestro sia le piante non ancora tagliate che i tronchi di quelle già abbattute, al fine di evitare che le prove potessero essere disperse, modificate, occultate.
E’ scattata immediatamente una sanzione amministrativa per abbattimento di specie protette senza alcun tipo di autorizzazione, visto che la stessa era ancora depositata negli Uffici Comunali in attesa di emissione, nella quale però non si consentiva comunque l’abbattimento di tutte le piante, ma soltanto di due fortemente inclinate salvaguardando le altre, si dettavano delle prescrizioni di salvaguardia, che non potevano essere conosciute da chi abbatteva “al buio” e avrebbe abbattuto sistematicamente tutte le piante presenti, ritenendo erroneamente che l’apertura dell’istruttoria per la trattazione dell’eventuale autorizzazione potesse essere considerata alla stregua dell’autorizzazione stessa.
Il Coordinatore delle Guardie del WWF Sauro Presenzini vista la situazione relativa ad un’alberatura secolare ormai tagliata alla base, con una profonda tacca di caduta direzionale effettuata con la motosega, suo malgrado non ha potuto far altro che autorizzare in sua presenza il suo abbattimento, vista ormai la sua instabilità e il reale pericolo di caduta senza controllo lasciandola nelle condizioni in cui si trovava.
Alla luce di questi fatti, al di la delle sanzioni amministrative e del congruo “risarcimento verde” che sarà richiesto all’impresa esecutrice tenuto conto che un albero centenario abbattuto non corrisponde di certo a delle “fraschette” di 3-4 metri di vivaio.
Per ogni albero centenario abbattuto a nostro modo di vedere dovrebbe essere corrisposto almeno un risarcimento di 100 piante già sviluppate, ciò al fine di evitare che si renda conveniente abbattere piuttosto che trovare soluzione alternative, non convenienti dal punto di vista economico, ma comunque interventi possibili specialmente se prevedibili e e programmati come nel caso di specie.
il WWF invierà come prassi obbligatoria un rapporto alla Procura della Repubblica affinchè possa valutare se sussistano gli estremi di reato per danneggiamento di beni sottoposti a tutela.

-----------------------------------------------------

 ESCAPE='HTML'

---------------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------------------

INTERVENTO ANTIBRACCONAGGIO

Intervento antibracconaggio a Pomonte (Il solito e conosciuto paese di Pomonte) in un uliveto adiacente il cimitero del paese, un bracconiere ha posizionato illegalmente una gabbia/trappola per la cattura di mammiferi (ragionevolmente volpi, istrici, ecc) "stranamente" tale gabbia è stata posizionata vicino ad un rudimentale appostamento (ovviamente illegale anch'esso) di caccia, ... in quanto si usa "bonificare" i luoghi di caccia abituali, per avere selvaggina più abbonda...nte.

All'interno c'era un grosso e simpatico micione rosso, catturato dalla gabbia.
Gatto che ovviamente sarebbe finito sparato anche lui, in quanto predatore naturale di piccoli uccelli e "concorrente" del nostrano cacciatore (?).

Tutti i cacciatori sono anche bracconieri?
Certamente no!
Alcuni, ma non tutti... e/o comunque non lo sono fino a dimostrazione di prova contraria, che in questo caso pur essendo ipotizzata, non può essere dimostrata.

Così tanto per segnalare, per denunciare comportamenti ambigui e troppo frequenti e lasciar giudicare la gente con la propria testa.

Liberato il povero, incolpevole e inferocito gattone (vedi video dell'intervento) la gabbia non autorizzata, quindi è stata sequestrata e distrutta sul luogo dalle Guardie WWF

--------------------------------------------------------------------------

CASO GESENU

Il controllore controlla se stesso, e i conti non tornano.
La raccolta differenziata, dicono, è virtuosa …ma le discariche si riempiono anzitempo!!

Sauro Presenzini Presidente del WWF di Perugia anche oggi torna a ripetere le stesse parole pronunciate anni indietro ai dirigenti GE.SE.NU. e alla presenza del Deus ex machina Ing. Carlo Noto La Diega, ovvero il WWF chiedeva agli stessi di spiegare la contraddizione palese, tra i valori dichiarati di raccolta differenziata dalla stessa GE.SE.NU. , con percentuali di raccolta mirabolanti per l’epoca e la sistematica chiusura anzitempo delle discariche che progettate e calcolate per un certo numero di anni, poi si colmavano stupefacentemente anzitempo. La domanda è legittima: cosa finisce in discarica, o meglio, …cos’altro?
Una spiegazione che non è mai arrivata da quei dirigenti e che incalzati a dichiarare i dati di raccolta, di recupero, di trasporto e conferimento, non hanno mai voluto produrre e rendere pubblici.
Contraddizioni che certa politica non ha voluto evidentemente indagare, non ha voluto spiegare, non ha saputo risolvere. Che i rifiuti siano uno dei più colossali affari dei nostri tempi, è noto a tutti e che intorno ad essi si muovano interessi e spesso imprenditori o personaggi opachi, si è capito chiaramente ed è sotto gli occhi di tutti.
Sempre Presenzini del WWF incalzò e invitò ulteriormente a spiegare queste contraddizioni, questo gioco dei numeri in libertà, che se non avessero trovato plausibile giustificazione e spiegazione, in astratto avrebbero potuto trovarne soltanto all’interno del Codice Penale, per questa affermazione fu minacciato di querele,… mai pervenute, ben consci che in conseguenza di una querela poi si sarebbe dovuti andare verso l’accertamento della verità.
Molta enfasi, nella gestione dei rifiuti, molti concorsi scolastici, premi, o borse di studio, molta facciata, molta pubblicità ma poca concretezza di risultati per i cittadini e per l’ambiente, e questo è oggi ancor più evidente laddove i cittadini di Perugia pagano una delle tariffe per i rifiuti più alta di tutta l’Umbria.
Gestione dei rifiuti in Umbria zoppicante, percentuali di differenziata difficilmente verificabile, discariche che vengono chiuse poi riaperte, mancanza di programmazione e direzione schizofrenica, prima discariche, poi raccolta differenziata, ora produzione di C.s.s. e anzi, ultima trovata anche il biogas, il tutto non alla luce di una corretta gestione dei rifiuti, ma semplicemente perché esistono di volta in volta finanziamenti pubblici a cui attingere.
Tutti gli indagati, (a qualsiasi latitudine vengano indagati, arrestati, processati per l’affare rifiuti) ripetono puntualmente e stancamente il mantra: abbiamo fiducia nella Magistratura! ora che i conti non tornano nemmeno agli Inquirenti perugini, aspetteremo fiduciosi di capire se quelle evidenti contraddizioni di allora, trovino oggi riscontro anche nell’odierna situazione che, siamo certi, si estenderà a macchia d’olio rapidamente, perché la commistione politica/affari/rifiuti temiamo possa essere diventato sistema… sempre in danno dei cittadini/contribuenti.

----------------------------------------------------------------------------------------

23 CANI UNA STRUTTURA FATISCENTE

Un controllo ispettivo da parte delle Guardie Zoofile del WWF in una casa/canile privato nel Comune di S. Giustino ha rilevato una situazione limite, sia dal punto di vista della struttura edilizia, che dal punto di vista veterinario, igienico sanitario e autorizzativo.
Trattasi di un casolare di campagna in condizioni fatiscenti, presso il quale sono custoditi 23 cani adulti di cui 7 sono con gravi degenerazioni patologiche, ovvero parzialmente paralizzati, per i quali evidentemente occorrono cure e attenzioni particolari, oltre alla presenza di una cucciolata di 9 cani.
Tutti i cani sono microchippati ed hanno formalmente un proprietario, non si capisce però a quale titolo detta concentrazione sia possibile e possa gravare su un'unica persona che li detiene, in una struttura non autorizzata, priva di ogni requisito minimo e quindi totalmente non idonea alla corretta detenzione di animali.
Box senza ripari dalle intemperie, stabulazione degli animali su terreno nudo che si trasforma in una fanghiglia in caso di pioggia, (cosa che favorisce l’insorgenza di patologie e parassitarie specifiche), nascita indesiderata di cucciolate, cani con malattie tipiche, con piaghe lesioni e automutilazioni degli animali, sono il campanello di allarme che ha fatto attivare le Guardie Zoofile del WWF che con l’ausilio del Corpo Forestale dello Stato, dei Carabinieri, della ASL veterinaria di S. Giustino hanno potuto verificare circoscrivere con precisione una situazione attualmente ancora al vaglio degli operanti.
Anche un rapido intervento del 118 si è reso necessario, per uno stato di violento stress della conduttrice della struttura, che però non ha impedito di procedere e verificare una situazione del tutto insostenibile dal punto di vista del benessere animale, che è la primaria finalità dell’intervento delle Guardie del WWF.
Nessuna struttura lager, nessuna volontarietà di maltrattamento, ma non si può di certo negare che la situazione generale del luogo, l’inidoneità tecnica e professionale della persona che accudisce questa concentrazione di cani con gravi patologie e malformazioni garantisca il benessere degli animali, una rapida soluzione al problema deve essere trovato con celerità!!
Alcune domande in cerca di risposta si sono affacciate: perche quasi tutti i cani sono provenienti dalle varie province della regione Campania, anche da canili di Salerno, Napoli, Avellino, Caserta?
Chi paga attualmente per il loro mantenimento?
A chi sono in carico sia come spesa che responsabilità a privati o a pubbliche amministrazioni?
Si tratta di un gesto umanitario per cani problematici, oppure c’è qualcosa di opaco, di poco chiaro da indagare e scoprire?
Soltanto le indagini in corso potranno chiarirlo!!
La sinergia tra il Corpo Forestale dello Stato, le Guardie Zoofile WWF, Asl veterinaria e Comune di S. Giustino, sapranno trovare una equilibrata e adeguata soluzione a questa situazione limite, nel solo e unico interesse del benessere degli animali, come tra l’altro già previsto dalla Legge.

-----------------------------------------------------------------------

LA FABBRICA DEI RIFIUTI

5 carcasse di frigoriferi, depredati dalle parti ferrose ed elettriche, (motore, cavi, parti in rame) e una bustina di un medicinale incastrato in un frigorifero, ovvero la “pistola fumante” ha indicato la via da seguire ed ha consentito ai segugi dell’ambiente a risalire a chi li aveva abbandonati, il fiuto delle Guardie del WWF con lo scambio e l’incrocio di alcune informazioni con il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Municipale, ha condotto le Guardie del WWF a scoprire una vera e proprio FABBRICA DI RIFIUTI, in piena città.
Un personaggio già noto per precedenti specifici, ha di fatto installato all’interno della sua proprietà un vero e proprio deposito incontrollato di rifiuti urbani, ingombranti, pericolosi, esplodenti e infiammabili.
Frigoriferi già spogliati di motori e parti elettriche, altri in attesa della stessa fine, una carretta piena di motori di frigorifero e soprattutto (la “pistola fumante”) tantissime bustine dello stesso medicinale ritrovato nei frigoriferi abbandonati a Sterpete.
Un’intera categoria merceologica di rifiuti è reperibile all’interno dell’area, probabilmente dall’A alla Zeta non manca all’appello nessun tipo di rifiuto immaginabile, la realtà supera ampiamente la fantasia tanto da lasciare a bocca aperta le stesse Guardie del WWF intervenute, che dopo anni di attività anche in questo settore, avevano ritenuto di aver visto tutto.
Lo stupore, l’iniziale incredulità, ha poi lasciato il passo ad un inventario dei rifiuti stoccati in detta area da riempire intere pagine: rifiuti marcescibili e in putrefazione di origine organica, scarti alimentari, confezioni di alimenti scaduti provenienti da negozi alimentari o supermercati, interi scatoloni di latte, di yogurt, vasetti di miele, marmellate, sfarinati, sacchi interi di prodotti ortofrutticoli avariati, stracci, vestiti usati, oggetti d’arredamento, giocattoli, elettrodomestici di diversa natura, televisori, segnali stradali, tombini in ghisa, bombole di gas, fusti di nafta, e olio motore, vernici, solventi legname a non finire, baracche e depositi stipati all’inverosimile di oggetti indistinguibili, biciclette , motorini, veicoli smontati e privi di documenti di origine, di provenienza e di possesso, senza targhe, senza passaggio di proprietà, parti di motore, olii e/o liquidi da identificare dispersi nel terreno, veicoli ormai arrugginiti e coperti da vegetazione abbandonati nell’area, il tutto lasciato all’intemperie e senza alcuna protezione. Odori sgradevoli, ratti di dimensioni ragguardevoli che scorrazzano in mezzo ai rifiuti è il minimo sindacale che ci possa aspettare da una situazione fatiscente e di totale degrado, che diventa insostenibile ed impossibile da non vedere e tollerare. In questo gigantesco “Girone Dantesco dei rifiuti”, vagano e razzolano liberamente tra i rifiuti stessi: capre, asini, pecore, conigli, galline ed altri animali da cortile incuranti di tanto degrado umano.
Alle Guardie Ambientali del WWF che non si vogliono sbottonare in questa fase dell’accertamento, oltre quello che è già visibile e apprezzabile a tutti, altro non è restato che scrivere alla Procura della Repubblica per relazionare gli accadimenti, rimettendo ogni altra valutazione e/o adozione di provvedimenti, al prudente apprezzamento del Magistrato di turno.
Inoltre una diversa e dettagliata informativa verrà inviata al Comune di Foligno affinchè possa emanare un’Ordinanza di sgombero anche per motivi sanitari e di decoro, oltre le violazioni specifiche di legge, in danno del proprietario del terreno, chiedendo la periodica vigilanza da parte delle forze di Polizia (a sgombero avvenuto) affinchè il soggetto già noto per le attività di cui sopra, non torni dopo breve periodo ad accumulare ancora, rifiuti all’inverosimile.
Seppur non dimostrabile dal punto di vista della censura penale per la quale integrazione occorre la flagranza di reato, è però ragionevole e plausibile ipotizzare, che gran parte degli scarichi abusivi via via rinvenuti sul territorio di Foligno, possano essere originati da questa “Fabbrica di rifiuti” che si disfaceva, (una volta “denudati” dalle parte che potevano essere vendute) di queste carcasse, come nel caso dei 5 frigoriferi, e/o comunque di tanti altri rifiuti senza alcun valore.

  • LA FABBRICA DEI RIFIUTI

--------------------------------------------------------------------------

Bevagna (PG): tentato omicidio e aggressione a Guardia Venatoria

La conoscenza del territorio, l'efficienza dei controlli, i servizi congiunti con le Guardie del WWF, sono un "biglietto da visita" di efficienza e competenza che precede il Guardia Caccia di Bevagna, Antonello Orologio che durante un servizio di controllo è stato probabilmente riconosciuto da un attempato seguace di Diana che, ...colto in fallo per una modesta infrazione amministrativa, non ha evidentemente gradito quell’improvviso controllo, o magari nascondeva (in ipotesi) animali abbattuti vietati, non si spiega infatti l'immediato e piccato rifiuto, condito da alcune parolacce, di consegnare il Porto d’armi e la Licenza di Caccia ed effettuare un controllo di armi e carniere.
Ma la cosa non si ferma qui, anzi assume un'inspiegabile virulenza verbale e comportamentale, tanto che C.R. di Cannara, decide liberamente e coscientemente di minacciare di morte il Pubblico Ufficiale e anzi con arroganza e spavalderia mostra al Guardia Caccia che il fucile è carico e subito dopo gli appoggia le canne nella pancia e porta il dito sul grilletto dicendogli: "ti do una schioppettata... se ti accosti ti sparo".
Perso il lume della ragione, il cacciatore ha inanellato una serie infinita di reati per i quali è scattata l'immediata denuncia a piede libero, con il conseguente ritiro del porto d'armi e il sequestro cautelare di tutte le armi possedute con le relative munizioni.
Le accuse contestate vanno dal tentato omicidio alla minaccia a mano armata, dal sequestro di persona, alle ingiurie, dal rifiuto di generalità al ottemperare ad un ordine di un Pubblico Ufficiale, all'interruzione di pubblico servizio e/o quant’altro vorrà meglio valutare e apprezzare il Magistrato di turno.
Il piccolo Rambo di Cannara, ha già perso ogni possibilità di andare a caccia, i Carabinieri della locale Stazione hanno avviato immediate indagini e nel giro di poche ore, il cacciatore identificato grazie alla proverbiale professionalità ed efficienza dei Carabinieri, ha immediatamente perso sia la Licenza di caccia che tutte le armi e le munizioni possedute, che gli sono state obbligatoriamente sequestrate, ma non è finita qui, infatti ora rischia di dover pagare migliaia di euro di spese sia per il processo penale, che per le spese, gli avvocati, oltre a una condanna certa a svariati anni di galera a seconda di come deciderà il Giudice penale interpretando la gravità dei fatti in relazione al tentato omicidio, certo con un prudente apprezzamento degli accadimenti da parte sua, ma puntare il fucile alla pancia di un Pubblico Ufficiale, mostrare che l’arma è carica e che le sue intenzioni non sono uno scherzo, e poi mettere il dito sul grilletto, lascia poco spazio alla fantasia circa le sue intenzioni e potrebbe configurare appieno l’ipotesi contestata.

---------------------------------------------------------------

  • WWF scopre maxi discarica a Castiglione del Lago

----------------------------------------------------------

Terni, nell'inferno dei rifiuti.
Storie di ordinaria follia!!

Una giornata a cercar discariche, a verificare segnalazioni e purtroppo la realtà (come spesso accade) travalica ogni più fervida fantasia.
Il pericolosissimo amianto Eternit scaricato in ogni dove, abbandonato a bordo strada, vicino a civili abitazioni, ed inoltre batterie, frigoriferi, lavatrici, divani abbandonati in mezzo al bosco, scariche di materiali edili e rifiuti urbani gettati in mezzo alla vegetazione n...ei fossi, nei campi, dietro ai cimiteri.
Centinaia di veicoli a motore abbandonati in maniera incontrollata selle rive al Fiume Nera, solventi, vernici, sostanze non identificabili.
Baracche di ogni genere e dimensioni costruite abusivamente lungo le rive del Fiume Velino, dentro il Parco regionale, a poche centinaia di metri dalle Cascate delle Marmore, peggio delle "favelas Argentine", le Guardie del WWF non volevano credere ai propri occhi.
Hanno censito, filmato, fotografato, rilevato, cartografato con GPS e Google Maps i luoghi, hanno elevato verbali di accertamento per l'abbandono di rifiuti, hanno presentato denunce contro ignoti per gli scarichi e abbandono di rifiuti urbani, speciali e pericolosi, hanno provveduto nell'immediato a mettere in sicurezza (coprendole con dei teli e con le dovute precauzioni) le discariche contenente amianto, per impedire che le microfibre (invisibili e impalpabili) dei pannelli di Eternit ormai polverizzati, sbriciolati, degradati potessero disperdersi in aria e con il vento, raggiungere centinaia di metri di distanza.
Una vera guerra ai rifiuti, ma le risorse economiche come sempre scarseggiano e la lotta è impari contro trasgressori e professionisti dell'abbandono, che si mettono in tasca un profitto privato, con un danno collettivo sia alla salute che all'ambiente.
Quello che manca per una guerra efficace contro chi commette reati sono binocoli, macchine fotografiche, telemetri laser, droni con installate telecamere, fototrappole, visori notturni, contatori geiger, bussole GPS, veicoli 4 x 4 e ogni altra attrezzatura tecnica che possa inchiodare alle loro responsabilità sia chi scarica rifiuti illegalmente, sia chi commette i grandi reati contro l'ambiente e la collettività.
Ogni donazione in tal senso è la benvenuta!

---------------------------------------------------------------

---------------------------------------------------------------------------

Appuntamento domenica 30 agosto 2015: In campo una quindicina di ‘pubblici ufficiali’ con compiti di vigilanza ambientale. Il gruppo di lavoro, proveniente da Perugia, inizierà ad operare dalle 8 di domenica mattina in una sorta di ‘rastrellamento’ della città, anche e soprattutto sulla base delle segnalazioni provenienti dai cittadini.

 ESCAPE='HTML'

------------------------------------------------------------------

Le guardie giurate WWF PERUGIA coordinate da Sauro Presenzini hanno sequestrato un' area di circa 2800mq in cui era situata una discarica abusiva composta da vari materiali pericolosi tra cui probabilmente amianto (cancerogeno), di cui ignoti si sono disfatti.
La pericolosità dell'amianto non è di per se la sua presenza, essendo un materiale inerte, ma la sua possibilità di essere inalato a motivo della sua rottura e frammentazione/polverizzazione come nel caso di specie.
Il pericolo stà appunto nel fatto che esso sia invisibile e impalpabile, tanto da farne un nemico ad alto rischio, perchè subdolo.
Bruciarlo, frammentarlo, abbandonarlo alle intemperie, libera da esso le microfibre volatili, che se inalate possono anche a distanza di anni, con grande probabilità, innescare il processo infiammatorio tumorale.

-----------------------------------------------------------------------------------

Sequestrata porzione di terreno ove sono stati depositati e abbandonati rifiuti non pericolosi.
Trattasi di 3 fusti da 25 litri con liquido nero, ragionevolmente olio esausto, ma fino alla tipizzazione del rifiuto da parte di Arpa, non se ne può certificare la pericolosità, origine e tipologia.
Inviata informativa al Comune per l'emissione di Ordinanza di sgombero e ripristino dello stato dei luoghi.

--------------------------------------------------------------

 ESCAPE='HTML'

-------------------------------------------------------

La tutela dell'ambiente si fa attraverso gesti concreti!!

Corriere dell'Umbria 20 agosto 2015

----------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------------

 ESCAPE='HTML'

---------------------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------------

 ESCAPE='HTML'

---------------------------------------------------------

La tutela della natura e del territorio, si fa attraverso gesti concreti.....

------------------------------------

Il sequestro di una discarica abusiva su un terreno in un'area industriale a Gubbio, effettuato d'iniziativa da parte delle Guardie Ambientali del WWF di Perugia.

-------------------------------------------

Guardie WWF...gli Angeli dell'ambiente, della natura e degli animali.

-------------------------------------

15 agosto: giornata intensa di attività delle Guardie ambientali del WWF nucleo di Perugia.
Oltre alla vigilanza sugli incendi boschivi, la circolazione e sosta dei veicoli a motore, (che hanno condotto le Guardie a sanzionare comportamenti illeciti) e dopo aver provveduto poco prima a sequestrare un area nella zona industriale di Padule di Gubbio, poco dopo si sono imbattuti in un'altra situazione limite, questa volta dal punto di vista di tutela degli animali.
Alcuni cani, tenuti senz'acqua, apparentemente denutriti, insieme a gatti e cavalli erano tenuti in mezzo ai rifiuti ed erano pieni di parassiti, situazione limite che è stata prontamente segnalata al servizio veterinario competente per il ripristino del benessere animale.
Inoltre, in tale area privata sono stoccati una quantità inverosimile di rifiuti di diversa natura, da cumuli di detriti edilizi e pneumatici fuori uso, veicoli a motore demoliti e in evidente stato di abbandono, infissi, sanitari, ferraglia varia e rifiuti di ogni tipologia quasi da campionario merceologico, disseminati su una vasta area attorno ad un'abitazione privata a San Martino in Colle di Gubbio.
Le Guardie Ambientali WWF hanno provveduto a identificare il proprietario dell'area e a comunicare al Sindaco di Gubbio tale situazione, per l'emissione di Ordinanza di sgombero in "danno" del proprietario, sia per far cessare l'illecito, sia per ripristinare un minimo di decoro urbano.

-----------------------------------------------

Diverse le sanzioni amministrative elevate il giorno di Ferragosto per l'accensione di fuochi all'interno di zone boscate, in un periodo di massima pericolosità e allerta. Le guardie ambientali del WWF hanno altresì provveduto a identificare il trasgressore e a sanzionarlo ed anche ovviamente a spegnere il fuoco.
Atteggiamento sconsiderato e pericoloso che non può certamente essere tollerato.
Tale atteggiamento costituisce grave situazione di pericolo, indipendentemente dal fatto che si possa o meno verificare l'incendio!

-------------------------------------------------------

Una vettura è stata sanzionata per transito e sosta su prati e ambienti naturali.
In assenza del trasgressore il processo verbale di accertamento sarà inviato al proprietario del veicolo a motore per il principio di responsabilità solidale di cui all'art. 6 della L. 689/81.

-----------------------------------------------------------

Un'area di 1500 metri quadrati di rifiuti di vario genere è stata sequestrata dalle Guardie Ambientali del WWF e dal Comando della Polizia Municipale di Gubbio, nella Zona industriale di Padule. Fusti pieni di liquidi putrescenti, lattine piene di preoccupanti polveri diversamente colorate, la cui origine è sicuramente industriale, sacchi pieni di guaine bitumose, rifiuti ferrosi, legnosi e plastici, motori abbandonati, filtri olio esausti, rifiuti edilizi e di origine stradale (segnaletica stradale, guard rail dismessi) cumuli di sfridi stradali bituminosi ormai ricoperti da vegetazione, segno tangibile che lo stoccaggio di tali rifiuti non può di certo qualificarsi come temporaneo.
Sequestro amministrativo eseguito dalle Guardie Ambientali WWF di Gubbio (Ubaldo Scavizzi), Foligno (Sauro Presenzini) e Todi (Roberto Cofani) e dal Capitano Adamo Naticchi della Polizia Municipale di Gubbio, che in maniera congiunta ora provvederanno ad accertare la proprietà dell'area oggetto di scarico illegale di rifiuti. Qualora il prosieguo delle indagini accertasse l'origine dei rifiuti e le diverse responsabilità, potrebbero esserci risvolti anche penali in ordine a quanto accertato.
La segnalazione per la tipizzazione dei rifiuti è stata girata all'Arpa per verificare la loro pericolosità e origine.
Sicuramente ci saranno ulteriori sviluppi su questa vicenda, che al primo impatto si presenta come un girone Dantesco dei rifiuti.
Durante il servizio ambientale sono state anche elevate sanzioni amministrative per l'accensione di fuochi dentro il bosco e circolazione dei veicoli a motore sui prati e ambienti naturali.

-----------------------------------------------------------

Guardie Wwf hanno provveduto questo pomeriggio a sequestrare un'area oggetto di ripetuti scarichi abusivi di rifiuti urbani da parte di ignoti in via Parma a Sterpete di Foligno.

Le stesse hanno provveduto quindi ad elevare una sanzione amministrativa di 600 euro a carico dei responsabili dello scarico e comunque (in base all'art. 6 della Legge 689/81 per il principio di solidarietà) a carico del proprietario del terreno.

Inviato verbale di accertamento e di sequestro dell"area alla Provincia di Perugia e rapporto di servizio al Comune di Foligno -competente per territorio-, al fine d'individuare il proprietario della particella catastale dove insiste la discarica, ciò al fine dell'emissione del provvedimento di sgombero, tramite Ordinanza sindacale.

Il Sindaco ordinerà al proprietario del terreno un tempo per la rimozione dei rifiuti, se ciò non avverrà nei tempi stabiliti nell'Ordinanza, il Comune dovrà attivarsi autonomamente, in forza dei poteri sostitutivi previsti dalla Legge, a spese dell'ordinato, addebitando tutte le spese a carico dell'inadempiente anche tramite il recupero coattivo e forzoso delle somme necessarie e documentate, per la rimozione dei rifiuti.

Il sequestro dell'area si è reso necessario (oltrechè obbligatorio) al fine d'impedire che l'illecito fosse portato ad ulteriori conseguenze, l'apposizione dei sigilli di sequestro interdirà l'area ad ulteriori scarichi abusivi di rifiuti, la violazione dei sigilli, la loro rottura e/o manomissione comporterà l'applicazione del reato detentivo di una certa gravità, in violazione del Codice penale a carico del trasgressore se sarà eventualmente individuato.

Le Guardie WWF in una costante e continua opera di prevenzione, minitoraggio e repressione degli illeciti, chiedono la collaborazione della cittadinanza al fine di segnalare siti di discarica e/o altri abbandoni illeciti, o segnalazioni di comportamenti illeciti in danno dell'ambiente e della collettività!

-------------------------------------------

Sbancamento illegale, arriva il WWF

Sbancamento illegale, arriva il WWF ESCAPE='HTML'

------------------------------

Intervento in situazione "complicata".

Le foto ben descrivono la situazione, ...si commentano da sole!!!

Il WWF c'era, ...stiamo lavorando per voi!

-------------------------------------------------------------------------------------

Sequestro penale di armi, munizioni e fauna selvatica abbattuta

--------------------------------------------------------------------------------

---------------------------------------------------

Il WWF nelle scuole...

Campo antibracconaggio a Ischia

Tempo di bilanci per il campo antibracconaggio organizzato dal WWF Italia, che si è svolto anche quest’anno tra il 24 aprile e il 10 maggio in coincidenza del periodo più intenso della migrazione primaverile. Un appuntamento stagionale che si concentra nel Mediterraneo, coinvolgendo milioni di uccelli migratori per i quali le isole rappresentano importantissime aree di sosta e dove, purtroppo oggi come nel passato, trovano ad accoglierli fucili, trappole e reti.
L’attività di vigilanza si è concentrata soprattutto sull’Isola di Ischia, dove (insieme alle altre piccole  isole del Tirreno Meridionale), l’impatto del bracconaggio primaverile causa gravi danni, perché colpisce animali pronti per la nidificazione.
Il campo (legato in particolare quest’anno alla più vasta campagna “Stop ai crimini di Natura” il cui obiettivo è la repressione dei reati ambientali e la prevenzione dei gravi danni che questi creano alla Natura),  ha avuto anche in questa edizione risultati molto soddisfacenti.
Oltre 30 guardie del WWF Italia, tra cui anche le guardie di Perugia e dell'Umbria, nel periodo dal 24 aprile al 10 maggio, hanno sequestrato 92 trappole a scatto, 5 richiami acustici elettromagnetici, 74 cartucce  e 5 fucili, solo per citare alcuni numeri.
Non sono mancati momenti di tensione e rischio per le Guardie WWF che nei boschi del “Montagnone” (tra Ischia e Casamicciola, Napoli) sono state minacciate e intimidite da 2 colpi di fucile sparati da un bracconiere datosi subito dopo alla fuga.


Il Campo anti-bracconaggio di Ischia, infine, ha partecipato il 9 e 10 maggio alla celebrazione della “Giornata mondiale della migrazione degli uccelli” promossa dall'UNEP (Programma Ambiente delle Nazioni Unite): in queste date all’attività di prevenzione è stata affiancata la possibilità di osservare la migrazione degli uccelli.